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Quasi azzerate le importazioni di carbone

Australia, l’embargo della Cina fa male

di Redazione

L’embargo della Cina contro il carbone australiano comincia a fare veramente male. Nei primi sette mesi dell’anno le importazioni cinesi sono crollate del 98,6% rispetto ai valori del 2020. 780 mila le tonnellate complessivamente fatte arrivare dal Paese dei Canguri, contro 56,8 milioni di tonnellate movimentate nello stesso periodo del 2020.

A certificarlo è Oceanbolt, piattaforma digitale che monitora in tempo reale i flussi di traffico delle bulk commodity. D’altra parte, la Cina ha provato a colmare il gap con Sidney ricorrendo al carbone indonesiano. Le importazioni di coal da Giacarta sono aumentate del 45,2% nei primi sette mesi dell’anno, da 76,4 milioni del 2020 alle attuali 111 milioni di tonnellate.

Nonostante i danni collaterali dell’embargo cinese, l’Australia ha visto le proprie esportazioni di carbone aumentare dello 0,2% nei primi sette mesi dell’anno, a 223,4 milioni di tonnellate. In particolare, ad aumentare sono stati i flussi di traffico verso l’India e la Corea del Sud.

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