Ad aprile/maggio, la capacità complessivamente dispiegata dai vettori lungo le rotte che collegano l’Asia alla costa occidentale e alla costa orientale nordamericana è diminuita rispettivamente del 4,3 e del 4,9% su base annua.
Lo rivela Sea Intelligence, sottolineando come in poco più di un mese si sia sostanzialmente ribaltata la situazione.
A marzo, poco prima che cominciasse la nuova guerra commerciale tra gli USA e il mondo intero, i liner avevano infatti stabilito di incrementare la capacità transpacifica del 17% nei servizi di collegamento tra il Far East e la west coast del continente americano, e del 10,9% nei trade tra Asia e la East Coast.
A guerra iniziata, le compagnie di navigazione hanno poi deciso di fare marcia indietro, annunciando nuovi blank sailing, con il risultato di sottrarre al mercato tra il 17 e il 19% della capacità totale pianificata sulle due rotte commerciali transpacifiche.
Chiaramente, un elevato livello di partenze in bianco non si traduce automaticamente in una grande riduzione della capacità su base annua se ab origine è stato programmato un sostanziale aumento del livello di capacità originariamente pianificato. Ed è ciò che è successo.
“I dati sui volumi di container per le esportazioni asiatiche ad aprile non saranno disponibili prima di inizio giugno, ma le indicazioni di vettori e spedizionieri suggeriscono un calo delle prenotazioni cinesi in un range compreso tra il 30% e il 50%” spiega Sea Int.
“Mentre il calo dei volumi cinesi sarà parzialmente compensato dall’aumento delle richieste in altre parti dell’Asia, non sembra probabile che i guadagni nel resto dell’Asia possano compensare la perdita dalla Cina. Ciò potrebbe comportare un numero ancora maggiore di partenze annullate nelle prossime settimane e favorire un calo significativo delle tariffe spot”.