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Tendenze di mercato

Container, noli boom ma il picco è vicino

di Redazione

Se durante il periodo pandemico l’aumento della domanda di trasporto non fu accompagnato da una sufficiente disponibilità di capacità, con una carenza di container vuoti senza precedenti, a causa soprattutto dell’effetto boomerang determinato dalla mancanza di carico di rientro verso la Cina, oggi la situazione appare essere del tutto differente.

Mentre lo scontro commerciale che contrappone Washinton a Pechino sembra essere precipitato in una fase di de-escalation, con la prospettiva di un accordo sempre più vicino, anche alla luce dei risvolti positivi che hanno avuto a Londra i recenti colloqui sui Dazi tra i due team negoziali, gli analisti di mercato evidenziano come l’aumento dei noli dall’Asia agli Stati Uniti (+57 e +114%% in quattro settimane sui collegamenti tra Shanghai e New York e tra Shanghai e Los Angeles) alimentato dalla corsa al front-loading da parte dei caricatori in import statunitensi abbia probabilmente raggiunto già il suo picco.

“Le nuove iniezioni di capacità transpacifica hanno superato la domanda del mercato, in particolare nei servizi di collegamento con i porti di Los Angeles/Long Beach, dove i vettori stanno faticando a riempire le navi” spiega Linerlytica, sottolineando come la disponibilità di tonnellaggio nel Pacifico nord-occidentale e nei servizi di collegamento con la costa orientale degli Stati Uniti rimanga certo limitata, ma non al livello tale da garantire per metà giugno una nuova tornata di aumenti tariffari.

C’è quindi in acqua capacità sufficiente per soddisfare le attuali esigenze degli importatori statunitensi, che stanno sfruttando la finestra temporale dei 90 giorni di pausa tariffaria per importare dalla Cina quanta più merce possibile.

Non solo, la consultancy firm asiatica certifica come ad oggi si siano rivelate del tutto infondate  le preoccupazioni sulla carenza di container. “Nonostante vi siano stati ritardi nella restituzione dei vuoti dall’Europa e dal Nord America, si registra ad oggi una grande di disponibilità di equipment, anche perché i vettori hanno approfittato del calo dei prezzi dei box per ordinarne altri”.

Secondo la società di analisi, la produzione di container in Cina è a livelli superiori ai dati record del 2024 e le scorte dei nuovi box nel paese asiatico hanno raggiunto a fine maggio il livello record di 1,55 milioni di TEU.

Le consegne di nuovi container hanno superato i 520.000 TEU a maggio, con oltre 2,3 milioni di TEU già consegnati quest’anno, “il che garantisce che non si ripeterà la grave carenza di equipment sperimentata dal mercato nel 2021, quando le scorte di container cinesi erano scese a soli 0,1 milioni di TEU” sottolinea ancora Linerlytica.

La disponibilità di container in Asia e la gestibile situazione di congestione portuale potrebbero insomma fare da freno ad un ulteriore incremento dei noli, tanto che la società di analisi si aspetta già questa settimana una prima inversione di tendenza sull’andamento dei noli, dopo quattro rialzi settimanali consecutivi.

L’SCFI pubblicato venerdì scorso rileva come l’impennata delle tariffe tra Shanghai e la costa occidentale degli Stati Uniti abbia perso slancio rispetto ai rialzi record della settimana precedente, quando i valori avevano fatto segnare un aumento record del 58%, il più alto di sempre. I dati aggiornati al 6 giugno scorso riportano invece un ben più modesto aumento dell’8,4% su base settimanale, a 5.606 dollari a FEU.

Colpa, soprattutto, della nuova iniezione di capacità sul trade transpacifico, che a giugno/luglio dovrebbe attestarsi attorno ai 560.00 TEU, con un aumento di ben 110.000 TEU rispetto ai valori di aprile/giugno.

Sono molte le compagnie di navigazione che in queste settimane hanno deciso di aggiungere nuovo tonnellaggio lungo queste rotte, a cominciare da quelle più piccole (come KMTC, CULine e SeaLEad), che in soli 18 mesi hanno praticamente raddoppiato la propria presenza sul mercato.

Secondo quanto riportato da Lloyd’s List, sui collegamenti tra l’Asia e la costa ovest statunitense questi vettori avrebbero offerto tariffe inferiori anche ai 4000 dollari a FEU,  spingendo i big carrier a concedere ai maggiori clienti importanti sconti tariffari pur di assicurarsi la spedizione del carico.

L’aumentata concorrenza in questo mercato sta insomma avendo un effetto ribassista sui prezzi di trasporto. E presto ne vedremo le conseguenze.

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