Focus

Inchiesta

Ever Given, una montagna di dubbi

di Redazione

Ora che la Ever Given è stata disincagliata comincia la fase delle investigazioni sull’accertamento delle responsabilità e delle cause dell’incidente che per sei giorni ha ostruito il passaggio di una delle vie d’acqua più navigate al mondo.

Sarà il registro navale di Panama, presso il quale la nave è registrata, ad avviare le indagini le cui conclusioni e risultanze saranno comunicate all’International Maritime Organization.

Al momento, il Registro non ha diramato comunicati stampa né rilasciato alcuna dichiarazione circa le tempistiche per l’eventuale messa a disposizione delle prime perizie. Si sa però che una sua rappresentanza raggiungerà la nave non al più tardi di stasera.

La Ever Given, 400 metri di lunghezza e 59 di larghezza, si trova al momento ormeggiata a Ismailia, sulla sulla riva occidentale del Canale di Suez, a circa metà strada fra Porto Said e Suez. Il registro panamense vorrà sicuramente interrogare tutti i membri dell’equipaggio e i due piloti che si trovavano a bordo della Ever Given al momento dell’incidente.

Verranno inoltre acquisiti i dati del Voyage Data Recorder, l’equivalente della scatola nera degli aerei, il dispositivo elettronico di registrazione dei dati installati in un aeromobile o una imbarcazione con lo scopo di facilitare le indagini dopo un incidente. Il VDR risulta essere già stato acquisito dall’agente marittimo della nave, Bernard Schulte Shipmanagers, e verrà consegnato ai rappresentanti del Registro al momento del loro arrivo in Egitto.

Anche l’Autorità del Canale di Suez avvierà una propria investigazione volta ad accertare se sia effettivamente possibile che una nave della stazza della Ever Given possa perdere il controllo a causa di una forte tempesta di sabbia e vento.

E’ questa la giustificazione fornita dallo shipmanager e inizialmente contestata dalla stessa Suez Canal Authority. Sulla base dei primi riscontri, infatti, risulterebbe che al momento dell’incaglio il vento avesse una forza di 30 nodi. Sulla carta, una portacontainer da 20.000 TEU dovrebbe essere in grado di reggere l’urto di simili condizioni meteo-marine. Non ci vorrà molto prima che il mistero venga risolto.

Anche l’armatore proprietario della nave, Shoei Kisen Kaisha, e l’UK P&I Club, associazione mutualistica specializzata in coperture assicurative, collaboreranno proattivamente con la Suez Canal Authority per scoprire che cosa sia effettivamente accaduto. Da non escludere l’ipotesi di un guasto tecnico.

Secondo quanto hanno riferito al Wall Street Journal, è pari a 3,1 miliardi di dollari la copertura assicurativa della Ever Given. Una somma ingente che potrebbe però rivelarsi inidonea a coprire le richieste che potrebbero arrivare dagli armatori delle oltre 350 navi rimaste bloccate per giorni in entrambe le direzioni del Canale. Sulla base delle stime fornite da Lloyd’s List il blocco ha causato una perdita di 9,6 miliardi di dollari al giorno.