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Allarme della WTO

I dazi congelano il commercio globale

di Redazione

La guerra commerciale messa in atto da Trump potrebbe danneggiare seriamente il commercio mondiale. I volumi di scambio potrebbero contrarsi sino all’1,5% quest’anno, se Trump dovesse alla fine decidere di applicare i dazi reciproci temporaneamente sospesi per 90 giorni. Sarebbe il crollo più forte dall’anno del Covid.

A lanciare l’allarme è la World Trade Organization, per la quale il balzello del 10% su tutte le importazioni sarebbe da solo sufficiente a ridurre gli scambi dello 0,2% su base annua.

“Sono profondamente preoccupato per l’incertezza che circonda la politica commerciale” ha dichiarato il Direttore Generale del WTO, Ngozi Okonjo-Iweala.

“La recente de-escalation delle tensioni tariffarie ha temporaneamente alleviato parte della pressione sul commercio globale. Tuttavia, la persistente incertezza minaccia di frenare la crescita globale, con gravi conseguenze negative per il mondo, in particolare per le economie più vulnerabili” ha aggiunto.

All’inizio dell’anno, il Segretariato del WTO aveva previsto una espansione del commercio mondiale nel 2025 e nel 2026, con una crescita del commercio di merci in linea con il PIL mondiale e un aumento più rapido del commercio di servizi commerciali. Tuttavia, l’elevato numero di nuovi dazi introdotti da gennaio ha spinto gli economisti dell’OMC a rivalutare la situazione commerciale, con conseguente sostanziale revisione al ribasso delle previsioni per il commercio di merci e una riduzione più contenuta delle previsioni per l’interscambio di servizi, che dovrebbe comunque crescere di 4 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

In base alla situazione attuale, la Wto prevede che le esportazioni e le importazioni verso il Nord America (USA, Canada e Messico) caleranno rispettivamente del 12,6 e del 9,6%. l crollo dell’interscambio potrebbe sottrarre 1,7 punti percentuali dalla crescita del commercio mondiale di merci nel 2025, spingendo in territorio negativo il dato complessivo.

Si prevede che l’Asia farà registrare una crescita modesta sia nelle importazioni che nelle esportazioni (+1,6% per entrambe), mentre per quanto riguarda l’Europa, le esportazioni cresceranno dell’1% su base annuale, mentre le importazioni aumenteranno dell’1,9%.

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