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La fine di 2M scatenerà un effetto domino

di Redazione

Dopo 2M, l’Ocean Alliance potrebbe essere la prossima alleanza a cadere. Parola di Lars Jensen, che alla TPM Conference di Long Beach organizzata dal Journal of Commerce ha detto: “la mia aspettativa è che accada nel corso di quest’anno, e per gli stessi motivi per cui si è sciolta la big alliance tra Maersk e MSC”.

Nella ricostruzione fatta dal periodico specializzato, Lloyd’s List, il ceo di Vespucci Maritime ha spiegato come i tre partner dell’alleanza, Cosco, Evergreen e CMA CGM, abbiano ad oggi posizioni non del tutto convergenti.

“Cosco ha perso una quota significativa di mercato nell’arco di questi due anni, soprattutto a causa delle ricadute negative della crisi pandemica” ha dichiarato l’analista di mercato, aggiungendo però che dopo MSC, il gigante cinese rimane il vettore con il portafoglio ordini più grande: “La compagnia avrebbe tutto l’interesse a perseguire una politica commerciale più aggressiva rispetto al passato, soprattutto perché gioca un ruolo strategico nell’ambito della Belt and Road Initiative”.

Il possibile nuovo slancio competitivo del carrier cinese potrebbe alla lunga danneggiare gli altri due partner dell’alleanza: CMA CGM e Evergreen.

Quanto al primo, Jensen ricorda come il vettore sta giù perseguendo una strategia non dissimile da quella di Maersk: che è quella di intregare verticalmente i servizi forniti a terra da operatori logistici, spedizionieri in una logica door-to-door. Da questo punto di vista, i due big carrier sono in diretta competizione: “La compagnia danese avrebbe più di un valido motivo per voler vedere CMA esclusa dall’alleanza di cui fa parte” afferma Jensen.

Quanto al secondo, le tensioni politiche tra Pechino e Taiwan potrebbero impattare negativamente sulla tenuta del rapporto di collaborazione con Cosco.

Intanto, il quadro di incertezze legato al possibile rinnovo della Consortia Block Exemption Regulation potrebbe portare a nuovi sconvolgimenti.

Ad Aprile del 2024, la Commissione Europea dovrà decidere se rinnovare o meno lo schema normativo che permette alle compagnie attive nel trasporto di container di stabilire alleanze operative in deroga alla normativa comunitaria “standard” in materia di antitrust.

Se non lo farà, tutti i vettori saranno chiamati a rivedere i propri modelli di cooperazione: la terza alleanza del settore, la più stabile, ovvero The Alliance, guidata da Hapag-Lloyd e ONE, potrebbe subire pressioni a causa del terremoto che sta rimescolando gli equilibri nell’ambito dei rapporti di forza tra i singoli vettori.

Secondo Lars Jensen non è esclusa la possibilità di un merger tra i due partner. “Le due aziende non sono così divergenti nel modo in cui vedono il mondo e gestiscono le loro strategie” afferma Jensen. “Possono scegliere di continuare a mantenere in piedi un’alleanza che offre alcune sinergie ma che non è in grado di reggere il confronto con il potere di fuoco di corazzate ben più grandi, oppure possono scegliere di unire le forze e diventare più competitivi. Dal mio punto di vista, è solo una questione di tempo” ha concluso.

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