© Michela Canalis
Interviste

Colloquio con Umberto Masucci

La regia che manca ai nostri porti

di Marco Casale

«Sul tema delle infrastrutture è in parte mancata una regia nazionale che consentisse di orientare scelte strategiche sui nostri scali portuali». Lo afferma il presidente nazionale dei Propeller Club, Umberto Masucci, intervenendo in un dibattito aperto su Port News a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione di una lettera che l’ex segretaria dell’AdSP di Civitavecchia, Roberta Macii, ha inviato al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Enrico Giovannini.

«Ho molto apprezzato l’intervento di Roberta Macii, sia per i contenuti che per il coraggio che una funzionaria pubblica ha mostrato nell’affrontare tematiche importanti sulla base della sua esperienza sul campo. Vorrei sottolineare che le criticità di cui soffre il Sistema Portuale italiano non sono la diretta conseguenza di una legge sbagliata ma il frutto della sua mancata applicazione e dei problemi di compatibilità con tante altre norme dello Stato».

Masucci ricorda la soddisfazione generale con cui venne salutata la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Riforma Delrio, «una norma intervenuta, anzi, con grave ritardo rispetto alle esigenze più volte rappresentate dal Propeller e da tutto il Cluster marittimo-portuale». Una norma che ha cambiato il volto delle Autorità Portuali e che oggi avrebbe bisogno di qualche aggiustatina: «Si potrebbe, ad esempio, ulteriormente intervenire sulle normative per i dragaggi,  oppure semplificare le procedure ancora complesse di nomina dei Presidenti».

Ma al netto delle necessarie semplificazioni, non servono ulteriori riforme. Masucci ne è convinto: «Ivano Russo ha ragione – dice, citando un suo intervento pubblicato su Port News -, la iperproduzione normativa crea continui conflitti in cui è spesso impossibile districarsi.  A volte è sufficiente applicare bene le norme esistenti: favorire il lavoro dei Presidenti e dei funzionari delle AdSP, metterli nelle condizioni di operare con serenità».

Il n.1 dei Propeller Club sottolinea come negli ultimi quattro anni metà dei Presidenti (oltre ad alcuni Segretari Generali e funzionari) siano stati inquisiti, rimossi o rimessi al loro posto per questioni poi rientrate: «Noi come Propeller crediamo molto nel lavoro di chi governa le AdSP, un lavoro difficile anche per il complesso rapporto con la politica sia a livello centrale che a livello locale. Penso che il nostro settore debba ricevere maggiore attenzione dalla politica: spesso abbiamo chiesto, anche come Propeller, un Ministero del Mare o altra forma di governance ministeriale specifica di settore ma ci rendiamo conto che non sarà facile intervenire nel corso di questa Legislatura».

Secondo Masucci, il Ministro Giovannini merita un elogio per l’attenzione che ha saputo dedicare al settore fin dal suo primo giorno di insediamento («Ha riattivato la Conferenza dei Presidenti, uno strumento fondamentale di coordinamento che, purtroppo, in questi quattro anni non ha funzionato come avrebbe dovuto»). Ora serve, però, un ulteriore passo in avanti.

Come sottolineato dall’avvocato Davide Santini nel suo intervento fuori dal coro, l’unico modo serio e sostenibile per fare un Sistema è progettarlo. Ma per farlo «è opportuna una maggiore centralità dei poteri in materia portuale». Masucci su questo è chiaro: «Con il dovuto rispetto per le competenze locali, dobbiamo pensare ad un Sistema Portuale nazionale che orienti le proprie scelte evitando inutili sovrapposizioni e duplicazioni. Nessuno vuole limitare la competitività tra i porti ma un coordinamento nazionale è assolutamente necessario. Se per farlo bisogna riformare ben vengano le riforme».

Le riforme valide sono innanzitutto quelle che consentono al sistema Paese di rendere sostenibile il proprio debito, e quindi sottoscrivibile in futuro per finalità produttive. È questo uno dei passaggi centrali dell’intervento della Macii, ed su tale riflessione che Masucci si sofferma: «Gli impieghi che rendono il debito pubblico buono – dice – sono quelli basati su corrette analisi economiche, quegli impieghi che convincono anche i privati a fare la loro parte e ad investire».

Il presidente del Propeller ha davanti agli occhi un esempio chiaro: «Quando nel 1993 il Presidente Ciampi firmò l’accordo di programma per Gioia Tauro con Angelo Ravano, i soldi fino ad allora investiti inutilmente dallo Stato(indebitamento cattivo)  iniziarono a trovare un ritorno con l’attività di transhipment avviata da Ravano in quel porto. Ma il processo non fu poi terminato con l’intermodalismo ferroviario e questo ha molto ritardato il completamento del progetto infrastrutturale calabrese».

E da episodi come questi che bisogna prendere le mosse per testare la capacità del Sistema Paese di riuscire a traguardare nuovi obiettivi di sviluppo nell’ambito del rinnovato clima di collaborazione, favorito, peraltro, dalla sottoscrizione del Piano Nazionale di Recupero e Resilienza: «Oltre a intervenire sull’hardware (nuove leggi, nuova struttura di governance del Ministero), si potrebbe più facilmente intervenire sul software (rafforzamento della struttura mare/porti dell’attuale Ministero, immissione di giovani specializzati ,etc). Per realizzare i progetti del Next Generation EU servono nuove professionalità, serve nuova passione anche nella pubblica amministrazione».

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