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Come cambiano i mercati

Meno GNL statunitense nel futuro dell’Europa?

di Redazione

Potrebbe esserci meno GNL americano nel futuro dell’Europa. Le discussioni sui dazi dell’amministrazione Trump 2.0 e le nuove strategie di diversificazione energetica messe in atto dall’UE minacciano di introdurre nuove variabili negli attuali flussi commerciali, ridefinendo i modelli di approvigionamento.

A fornire un quadro di insieme sul mercato globale del Gas Naturale Liquefatto è Drewry, in un report nel quale analizza le ricadute che i cambiamenti geopolitici in atto stanno avendo su questo combustibile.

“Gli Stati Uniti – sottolinea Pratiksha Negi, Senior Research Analyst di Drewry – sono ad oggi il principale fornitore di GNL dell’Europa e lo sono dal 2022, da quando Bruxelles ha deciso di sanzionare la Russia e abbandonare l’uso dei gasdotti russi. La vicinanza dei terminali statunitensi al Vecchio Continente e l’abbondante offerta americana hanno consolidato il commercio transatlantico di Gas Naturale Liquefatto, con un incremento notevole delle importazioni europee, che nel 2024 hanno coperto il 70% dell’offerta di GNL da parte di Washington”.

Ora tutto questo potrebbe cambiare.

L’eventuale imposizione di nuove tariffe sulle importazioni europee da parte dell’amministrazione Trump potrebbe spingere il Vecchio Continente a ridurre la propria dipendenza dall’energia statunitense e a cercare fonti alternative in Qatar, Africa e persino in Russia, da cui l’Europa ha acquistato nel 2024 17,8 milioni di tonnellate di GNL, con un incremento di oltre 2 mln rispetto all’anno precedente. Un dato sorprendente che si affianca alla drastica riduzione delle importazioni via gasdotto rispetto agli anni precedenti il conflitto in Ucraina.

Nel lungo periodo il Qatar potrebbe diventare, secondo Drewry, uno dei principali fornitori di GNL in Europa.

“Le recenti discussioni tra l’Unione Europea e il paese emiratino sull’applicazione della direttiva Corporate Sustainability Due Diligence, che introduce una serie di obblighi per la verifica della sostenibilità ambientale e sociale delle grandi aziende, hanno introdotto nuove sfide nel breve termine, ma i legami economici tra i paesi comunitari e quello asiatico sono in crescita costante” fa osservare la Research Analyst, sottolineando come la capacità di produzione del produttore mediorientale sia oggi in continua crescita.

“Con il recente progetto di espansione della produzione del più grande giacimento di gas naturale del mondo, il North Field, che già oggi garantisce all’emirato il record mondiale di esportazione di gas naturale liquefatto, il Paese aumenterà la capacità di produzione di GNL a 142 mln di tonnellate all’anno entro il 2030, e sarà quindi in grado di servire meglio sia i mercati asiatici che quelli europei”.

Non solo. “La prospettiva di una possibile pace in Medio Oriente potrebbe rilanciare la rotta del Mar Rosso dedicata al transito delle metaniere, fino ad oggi considerata insicura dal Qatar a causa dei continui attacchi alle navi da parte degli Houthi, con ricadute positive sugli scambi commerciali con l’Europa”.

Da valutare attentamente invece il ruolo del GNL russo. “Mentre la regione ha cercato di eliminare gradualmente le importazioni di combustibili fossili russi, la sua capacità di farlo rimane del tutto incerta” afferma ancora l’analista di Drewry, che non esclude la possibilità che in futuro gli acquirenti dell’Europa orientale continuino ad assicurarsi accordi alternativi sul GNL made in Russia pur di garantirsi il combustibile a prezzi convenienti.

Anche i produttori africani in Nigeria, Algeria e Angola, potrebbero senz’altro a garantire all’Europa un discreto approvigionamento di GNL, anche se permangono preoccupazioni sulla loro limitata capacità di produzione, dovuta a una serie di problemi legati ad esempio all’assenza di manutenzione degli impianti (vedi Angola), alla corruzione (in Nigeria) e all’arretratezza infrastrutturale (L’Algeria dispone di due terminali GNL con una capacità complessiva di 38 bcm/anno che tuttavia sono fortemente sottoutilizzati).

Dal punto di vista delle spedizioni, una concorrenza ridotta tra Europa e Asia per il GNL statunitense potrebbe supportare un flusso commerciale più equilibrato. “L’aumento delle spedizioni tra Stati Uniti e Asia potrebbe tradursi in un aumento della domanda(in tonnellate) in rapporto alle miglia percorse, un fattore cruciale per le tariffe di trasporto, in particolare in un quadro caratterizzato da una sovra offerta di stiva. In questo scenario, le navi metaniere potrebbero vedere un utilizzo migliore, nonostante sia previsto di qui al 2027-2028 un afflusso di consegne di nuove costruzioni” è l’analisi di Drewry.

Riassumendo, le tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa ridurranno sicuramente i flussi di GNL dai primi alla seconda. Il previsto spostamento degli acquirenti europei verso Qatar, Africa e Russia aumenterà le distanze di viaggio, mentre gli esportatori statunitensi si orienteranno verso l’Asia, aumentando la domanda di tonnellate-miglio.

Nel breve termine, le incertezze del mercato e il surplus di navi potrebbero pesare sulle tariffe di trasporto, ma i cambiamenti strutturali nei flussi commerciali indicano un mercato delle spedizioni di GNL più forte nel lungo periodo.

“Il panorama in evoluzione richiederà una certa dose di adattabilità da parte dei principali stakholder. Chi saprà meglio di altri adattarsi ai cambiamenti in atto potrà assicurarsi una redditività a lungo termine in un panorama energetico globale in continua evoluzione” conclude Drewry.

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