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A Gennaio è andato perduto solo il 6,3% della capacità impiegata

Mercato container verso la normalità

di Redazione

I problemi di congestione che nel periodo pre-pandemico hanno intasato i porti e, con essi, i principali trade marittimi, sono ormai un lontano ricordo del passato.

Sea-Intelligence fa notare come la capacità di stiva persa, resa cioé provvisoriamente inutilizzabile dalle interruzioni della catena di approvigionamento globale, sia quasi tornata ai livelli fisiologici, non troppo lontani da quelli del periodo pre-pandemia.

A Gennaio del 2023, infatti, per motivi vari, è andato perduto soltanto il 6,3% della capacità di stiva impiegata a livello globale nei traffici marittimi. Sono 4,1 punti percentuali in più rispetto ai valori del 2019, quando la capacità mensile resa inutilizzabile dai problemi di congestione si aggirava intorno al 2,2% del totale.

Il dato non è irrilevante – fanno osservare gli esperti di Sea Int. – anche perché di solito c’è una forte correlazione tra il livello di congestione raggiunto nei trade marittimi e il livello delle tariffe di trasporto nel mercato spot.

La carenza provvisoria di capacità va infatti ad incidere sull’offerta, creando nuovi squilibri nel rapporto con la domanda. Che per tutto il periodo pandemico è invece aumentata in modo sostenuto. Da ciò l’aumento dei noli spot durante gli anni della crisi.

Gli analisti sottolineano però che se nei trade transpacifici le tariffe spot stanno in un rapporto direttamente proporzionale con la perdita di capacità, lo stesso ragionamento non vale per il commercio transatlantico. In questo trade, ai livelli di picco raggiunti nella perdita di capacità non ha fatto riscontro un immediato aumento dei noli. Segno che ci sono altri fattori oltre alla domanda e all’offerta che incidono sulle tariffe di trasporto nell commercio transatlantico.

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