Interviste

Colloquio con David Russo

Navi smart, il futuro è a guida autonoma

di Giles Foster

La guida autonoma? Sarà il principio cardine della strategia marittima degli Stati Uniti per i prossimi anni. A dichiararlo, a Port News, è David Russo, avvocato dello studio legale LewisBrisbois di San Francisco ed esperto di cybersecurity e smart ship.

«In Estate gli Stati Uniti hanno richiesto un commento pubblico sul tema della diffusione di queste nuove tecnologie applicate alle navi. Si tratta del primo passo verso la stesura di un quadro normativo chiaro e completo» ha detto Russo, «ci vorranno mesi prima che la Guardia Costiera riesca ad elaborare tutte le informazioni e a sviluppare le opportune strategie, ma il processo è comunque iniziato».

Per Russo il trasporto marittimo è destinato a diventare il test bed naturale per lo sviluppo di queste nuove soluzioni smart. Le navi senza equipaggio, in grado di sfruttare il segnale GPS, il radar, le video camera e i sensori di bordo per destreggiarsi in mare, sono già una realtà: «Quest’anno, la Guardia Costiera Americana ha fatto costruire la sua prima piccola imbarcazione militare a guida autonoma, con l’obiettivo di impiegarla nel Pacifico per la sorveglianza delle coste. Stiamo gradualmente entrando nel futuro».

Anche il Covid ha messo in evidenza l’importanza e la necessità del remote working e dell’autonomous drive: «E’ chiaro, la possibilità di fare a meno di un equipaggio per guidare una nave sarebbe forse la migliore misura di contenimento che possa essere pensata per porre un argine alla diffusione delle malattie infettive a bordo, in spazi ristretti».

Chiaramente, il tema della guida autonoma non può che legarsi a quello della cybesecurity. Fare esclusivo affidamento sui computer significa esporsi agli attacchi cyber di criminali pronti a tutto. Si pensi a quello che potrebbe accadere se un hacker riuscisse a prendere il controllo di una nave a guida autonoma. Sarebbe un disastro: «I rischi connessi alla pirateria tradizionale non sono niente rispetto a quelli che corriamo nel mondo digitale – conclude Russo – Occorrerà prevedere nuove risorse da destinare alla protezione dagli attacchi cibernetici se non vogliamo esporci a nuove pericolose minacce».

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