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Dal Fedespedi Economic Outlook

Porti italiani, nel 2021 più di 11 mln di TEU

di Redazione

Dopo la flessione del 2020, i porti italiani sono tornati a crescere, superando per la prima volta, nel 2021, la soglia degli 11 milioni di Teu movimentati. Lo certifica il Centro Studi di Fedespedi nel 19° quadrimestrale di informazione economica, con dati e previsioni sul contesto macroeconomico.

Nel “Fedespedi Economic Outlook” si sottolinea il recupero significativo dei porti liguri di La Spezia (+17,2%), Genova (+8,7%) e Savona (+52,8%), che hanno verosimilmente beneficiato del buon andamento dell’economia del Nord Italia, in particolare della Lombardia.

Ma a crescere sono stati praticamente tutti i porto, con l’eccezione di Civitavecchia (-6%), Venezia (-2,9%), Trieste (-2,4%), Bari (-1,4%) e Gioia Tauro (-1,5%).

Al netto delle attività di trasbordo e feeder, nel 2021 sono stati movimentati a livello globale 179,1 milioni di TEU, con un aumento del +6,6% rispetto al 2020.  I flussi in export sono tornati a crescere, dopo la crisi del 2020, in tutte le grandi aree geografiche, tranne il Nord America, che ha visto invece aumentare in modo deciso il numero dei container in entrata (+16,9%).

“Continua a caratterizzare in negativo il settore dello shipping il mancato rispetto dei tempi di arrivo delle navi nei vari porti” sottolinea Fedespedi, citando i dati di Sea Intelligence: “nel 2021 meno 40% delle navi è arrivato nei tempi schedulati (con punte negative del 32,2% e 31,7% nei mesi di novembre e dicembre 2021)”.

Sempre nel 2021, i porti censiti del Mediterraneo (non italiani) hanno movimentato complessivamente 34,8 milioni di Teu, con un aumento del +4,8% rispetto al 2020. In decisa crescita i porti di Tanger Med (+24,3%), Malta (+21,5%), Barcellona (+19,4), mentre flette il traffico di Algeciras (-6,1%), porto che risente della concorrenza di Valencia e soprattutto di Tanger Med.  Nello stesso periodo, i porti del North Range hanno evidenziato una crescita del 5,6%, con 46,3 milioni di Teu movimentati.

– Per quanto riguarda l’andamento dei costi del trasporto marittimo, è proseguito nel 2021 il trend di rialzo: fatta 100 la media dei noli di gennaio 2020 a febbraio 2022, l’indice ha toccato quota 501 sulla tratta Cina-Nord Europa e 456 su quella Cina-Mediterraneo, mentre l’indice generale ha toccato quota 373.

L’ascesa dei noli, a partire da marzo 2022, sembra aver subito un rallentamento: l’indice CCFI (China Containerized Freight Index) ad inizio aprile, sulla tratta Cina-Mediterraneo è sceso infatti a 426 punti e su quella Cina-Nord Europa a 454, rispettivamente il 6,6% e il 9,4% in meno rispetto ai valori massimi. Grazie all’aumento dei noli, alla riorganizzazione delle attività, alla grande attenzione ed al contenimento dei costi le compagnie mostrano, non solo significativi aumenti del fatturato, ma soprattutto fortissimi incrementi della redditività operativa e degli utili finali, che permettono un complessivo recupero degli squilibri finanziari accumulati negli anni precedenti al 2020.

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