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La visione di Luciano Guerrieri

«Ripartire dai porti e dal lavoro»

di Redazione Port News

«Non siamo ancora completamente usciti dalla crisi pandemica. Si tratta di una crisi, economica ma non solo, i cui effetti negativi perdurano tutt’ora».

Parte da qui, da una semplice constatazione di fatto, il presidente dell’AdSP di Livorno, Luciano Guerrieri, per esprimere il senso di disagio e sofferenza nel quale si trova oggi il settore della logistica e della portualità.

Guerrieri lo dice in occasione di un Convegno organizzato a Livorno, al Palazzo del Portuale, e dedicato al tema del lavoro portuale (“Porto, il lavoro questione centrale”). «La crisi ha accelerato determinati processi che avevano cominciato a definirsi già negli anni precedenti» afferma Guerrieri, prendendo spunto da una riflessione del direttore generale di Confetra, Ivano Russo, sul decoupling, ovvero sul divorzio progressivo tra l’andamento dell’economia globale e quello del trasporto e della logistica, iniziato nel 2017 e che ha avuto la sua consacrazione nel periodo Covid.

«Ivano Russo ha ragione. Un fenomeno di queste dimensioni, esclusivamente italiano, deve far riflettere gli esperti del settore. Si tratta di una situazione che ha anche ripercussioni sulla ricchezza e sull’occupazione. Compito nostro è quello di capire come possa la logistica tornare a generare ricchezza». Guerrieri lo afferma proprio mentre a Genova  i camalli hanno proclamato uno sciopero di 24 ore nel porto. La CULMV infatti ha aperto un altro fronte con i terminalisti sul numero delle giornate, la cui costante diminuzione mette a rischio il piano di risanamento.

Per Guerrieri la crisi pandemica deve essere l’occasione per cominciare a strutturare, con maggiore convinzione rispetto al passato, una vera politica della resilienza. «Occorre provare a recuperare terreno. Altrove si stanno muovendo».

Guerrieri cita testualmente il rapporto di 250 pagine sulle supply chain consegnato a fine maggio dal Consiglio economico nazionale e dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan al presidente americano Joe Biden. «E’ una sintesi impeccabile dell’importanza che le catene di fornitura rappresentano per il Sistema – afferma Guerrieri -, il report identifica i rischi, affrontando le vulnerabilità e sviluppando una strategia per garantirne la resilienza agli shock esterni».

Il rapporto Biden «ci insegna quanto sia necessario oggi attivare le forze migliori per tamponare intanto questa situazione di crisi. Una crisi che ha travolto prima di tutto il sistema economico e occupazionale. Ce ne rendiamo conto ora mentre è aperto il dibattito sulla questione ad oggi certamente più urgente: lo sblocco dei licenziamenti per la generalità delle imprese».

Il Next Gen EU è per Guerrieri una occasione per riparare i danni causati dalla crisi e preparare il futuro alle giovani generazioni. «Dobbiamo Tornare  a considerare  il lavoro non come una voce di costo ma come un valore. Inoltre, va recuperata una capacità manifatturiera che oggi appare insufficiente».

Secondo il presidente si tratta di una questione che deve vedere al centro la portualità in un nuovo processo di sviluppo economico territoriale che faccia leva sulle filiere e sulla capacità degli operatori e delle istituzioni di fare gioco di squadra.

«Dobbiamo mettere al centro della portualità le competenze professionali, il capitale Umano. E sostenere in modo adeguato le sfide che ci attendono» ha concluso.

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