Interviste

Colloquio con Pino Musolino

Risvegliamo la Bella Addormentata

di Marco Casale

«Risvegliamo la bella addormentata. Il Sistema portuale italiano rischia di andare in rotta di collisione, bisogna dare un colpo al timone prima che sia troppo tardi», a vestire i panni del novello Socrate intento a punzecchiare la coscienza sonnacchiosa della Polis è Pino Musolino.

Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale viene raggiunto al telefono mentre nel quartier generale della sua AdSP si sta svolgendo una riunione sull’adeguamento della macchina organizzativa dell’Ente alle nuove disposizioni sul lavoro agile contenute nel DL Cura Italia. «Stiamo lavorando per completare le procedure con l’obiettivo di mandare in smart working o di usare altre misure flessibili per l’80% del personale impiegato – afferma  –, di più non possiamo fare, perché altrimenti chiuderemmo l’Ente».

Ma ciò di cui al n.1 dei porti di Venezia e Chioggia preme davvero parlare è il rischio di deriva che sta correndo la portualità nazionale. Musolino non vuole fare «polemiche sterili» ma sente il bisogno di «scuotere dal torpore Assoporti».

«A differenza di altre rappresentanze di categoria, come Confetra, che in questi giorni sono state estremamente propositive, l’Associazione dei porti italiani non ha brillato per proattività. In questo momento, invece, dovremmo essere bravi a stare sul pezzo, e preparare il terreno perché si possa intercettare la giusta ripartenza quando ci saremo messi questa crisi alle spalle».

Musolino lo ripete come un mantra durante tutta l’intervista: «Non voglio polemizzare con nessuno. Voglio che questo sia chiaro. Ma va detto che in tempi non sospetti, personalità come Giuliano Gallanti, Lorenzo Forcieri e Paolo Costa avrebbero agito diversamente».

Il manager veneziano pensa in particolare alle specifiche disposizioni per il settore dei trasporti marittimi e terrestri contenute nel decreto appena varato dal Governo Conte: «Senza la previsione di opportune e concrete forme di compensazione economica, misure come l’esenzione della tassa di ancoraggio e la sospensione provvisoria del pagamento dei canoni potrebbero mettere in enorme difficoltà le Autorità di Sistema. Che tra sei, sette mesi si ritroveranno a dover chiudere i bilanci con qualche affanno».

Il rischio altissimo che corre la portualità italiana è quello di non riuscire a vedere la luce in fondo al tunnel: «Non lo abbiamo ancora compreso fino in fondo ma dopo questa emergenza il mondo dello Shipping non sarà più lo stesso. Dobbiamo armarci per affrontare il futuro».

E la ricetta per intercettare la ripartenza è quella che ha proposto il presidente dell’AdSP del Mar di Sardegna sulle colonne di Port News: «Sono d’accordo con Massimo Deiana. Non abbiamo bisogno di superpoteri, né di eroi in calzamaglia, ma di sbloccare le opere e gli investimenti a sostegno dei nostri scali portuali».

Il presidente dell’AdSP di Venezia ricorda come Assoporti abbia calcolato in un miliardo di euro i fondi già stanziati per opere cantierate e cantierabili: «Sono risorse che giacciono inutilizzate per varie vicissitudini burocratiche. Io stesso ho 27 milioni di euro fermi e che potrei usare per le attività di dragaggio. Pensi a quale potrebbe essere l’effetto moltiplicatore per l’economia nazionale se riuscissimo a sbloccare questi soldi».

Purtroppo, la verità è che «eravamo già fermi prima ancora che questa crisi ci colpisse da vicino: oggi l’iter necessario per arrivare a realizzare un’opera di escavo in porto è tanto lungo quanto affrontare a piedi il cammino di Santiago.  Ripeto, non desidero super poteri per “asfaltare il Canal Grande”, come diceva il futurista Filippo Tommaso Marinetti, ma in questa fase abbiamo bisogno di misure anti-cicliche che ci permettano di dare alla comunità portuale nazionale le risposte che si attende».

Che il modello da seguire sia quello di Genova o quello di Taranto, poco importa: «Le formule giuste le troveranno gli uffici legislativi del MIT, che sono sicuramente più preparati di me. L’importante è individuare per le nostre AdSP l’agibilità di cui hanno bisogno per fare il loro mestiere: che è quello di sviluppare i traffici e la logistica del Paese».

Musolino rivolge un appello al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: «Sono convinto che il Governo stia affrontando la situazione emergenziale nel modo migliore possibile e che in questo momento abbia bisogno di tutto il nostro sostegno: chiediamo però a chi di dovere che ci venga consentito di lavorare efficacemente per portare il nostro contributo e aiutare il Paese a uscire dalla crisi quanto prima».

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