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Interventi

Container, autunno caldo

Ritorno alla realtà

di Redazione

Sembrano ormai essere definitivamente alle spalle i tempi in cui le rate di nolo nel mercato del trasporto marittimo di container muovevano continuamente al rialzo grazie alla sovraalimentazione assicurata dai problemi di congestione portuale e, quindi, dalla carenza di navi disponibili.

A certificarlo è la fotografia sull’andamento dei tassi di utilizzazione delle navi scattata recentemente dal ceo di Vespucci Maritime, Lars Jensen, e riportata sul Baltic Exchange.

Se negli scorsi 18 mesi era difficile se non addirittura impossibile trovare una portacontainer disponibile, oggi la situazione sta cambiando in modo netto.

«Le utilisation rate sul trade transpacifico sono scese al 90% negli ultimi tre mesi, mentre lungo la rotta tra l’Asia e l’Europa il coefficiente di utilizzo delle navi è calato all’81% negli ultimi cinque mesi» afferma Jensen.

Che cosa significa? Che da ora in avanti i caricatori avranno minori difficoltà a trovare slot disponibili a bordo della nave. Non solo, non dovranno più pagare cifre astronomiche per garantirsi la spedizione della propria merce.

«Agosto – afferma l’analista di Vespucci Maritime – è solitamente il mese più forte della peak season estiva ma nel 2022 non c’è stata una vera e propria alta stagione. Non solo sta proseguendo la discesa dei tassi spot ma è anche in aumento il ritmo del calo».

D’altronde, i problemi dei colli di bottiglia si stanno lentamente attenuando. Il peggio era stato registrato nel gennaio 2022, quando i ritardi nella consegna della merce e le lunghe file formatesi all’imbocco dei porti di riferimento avevano finito con il rendere inutilizzabile il 13,8% della flotta mondiale complessiva.

I dati di luglio 2022 mostrano invece che i ritardi sono gradualmente migliorati, in linea con una tendenza che ha iniziato ad affacciarsi sulla scena lo scorso Gennaio.

Siamo ora a un punto in cui il 9,3% della flotta globale non è effettivamente disponibile, mentre in condizioni normali di mercato, il tasso di indisponibilità si aggira mediamente attorno al 2%.

«Il miglioramento delle situazione di congestione ha avuto come effetto quello di rilasciare capacità aggiuntiva nel mercato globale, proprio mentre la domanda di container sta gradualmente diminuendo» sottolinea Jensen.

Dopo una carenza che ha tormentato il trasporto marittimo di container negli ultimi due anni, all’orizzonte si profila quindi il rischio opposto: quello di un eccesso di offerta, alimentato tra l’altro dalla corsa all’acquisizione di nuove navi e container da parte dei vettori. L’orderbook attuale ammonta infatti a 619 nuove portacontainer in costruzione, 381 delle quali ordinate nel corso del 2021. Mentre – dati Drewry alla mano – è prevista per il 2022 una produzione complessiva di 4,2 milioni di contenitori da venti piedi, con un incremento del 2,6% sul 2021.

Secondo Jensen, la risoluzione dei problemi di congestione dovrebbe poi portare alla riduzione dei blank sailing: «Se all’inizio del 2020, in una situazione di forte calo della domanda, i vettori ne hanno fatto un largo uso con l’obiettivo di ridurre la capacità di stiva offerta, dal terzo trimestre del 2020 in poi le cancellazioni ad hoc delle partenze sono spesso state decise dai big carrier per far fronte alla carenza di navi disponibili a coprire le partenze pianificate» spiega l’analista di Vespucci Maritime, che vi legge una tendenza di fondo chiara.

«Osservando da vicino le rotte commerciali tra l’Asia e l’Europa e i trade transpacifici si può notare come dall’inizio del 2021 si sia verificata una tendenza all’aumento che si è conclusa a Gennaio, con una media di 30 partenze in bianco a settimana. A partire da quel momento è iniziata una corsa al ribasso, con una media che si è abbassata a 20 blank sailing a settimana».

La fotografia scattata nel presente da Jensen nulla dice, chiaramente, delle strategie che i big carrier vorranno adottare in futuro per contrastare il trend ribassista delle rate di nolo. Le riduzioni programmate della capacità di stiva sono da sempre l’arma migliore di cui dispongono i carrier per rafforzare il proprio posizionamento competitivo nel mercato ed è quindi probabile che in vista di un inizio di autunno ricco di incognite tornino presto a crescere.

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