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La guerra di Biden alle grandi alleanze

USA, giro di vite sui big carrier

di Redazione Port News

Sullo sfondo della guerra in Ucraina, un’altra battaglia agita i consessi internazionali ed è quella che il presidente americano Joe Biden sta muovendo alle grandi alleanze attive nel trasporto marittimo dei container.

«In questo momento – afferma la Casa Bianca in un fact sheet appena pubblicato – tre big alliances, composte interamente da società straniere, controllano quasi tutto il trasporto marittimo delle merci. Hanno il potere di aumentare i prezzi per le imprese e i consumatori, minacciando la nostra sicurezza nazionale e la nostra competitività economica».

Se tra il 1996 e il 2011 questi big carrier gestivano a mala pena il 30% del trasporto globale di container, oggi sono arrivati a controllare l’80% della capacità globale delle navi portacontainer e il 95% delle linee commerciali est-ovest.

«Dall’inizio della Pandemia – questa l’accusa del presidente americano – le compagnie di navigazione hanno aumentato drasticamente i costi di spedizione attraverso aumenti delle tariffe e commissioni. Da Gennaio 2020, hanno incrementato del 100% le tariffe spot per la spedizione di merci dall’Asia agli Stati Uniti mentre quelle in direzione opposta sono aumentate del 1000%».

Inoltre – ecco il secondo j’accuse – «ai proprietari di merci vengono spesso addebitate commissioni, note come commissioni di “detenzione e controstallia”, anche quando non possono accedere ai loro container per spostarli». La FMC stima che da luglio a settembre del 2021, otto dei maggiori vettori abbiano addebitato ai clienti commissioni per un totale di 2,2 miliardi di dollari, con un aumento del 50% rispetto al periodo di tre mesi precedente.

Secondo Washington, questi aumenti storicamente elevati dei prezzi di spedizione si traducono in prezzi più elevati per i consumatori americani. La Casa Bianca cita una ricerca della Fed di Kansas City e della Banca centrale europea, sottolineando come entro il prossimo anno questi aumenti dei costi di spedizione contribuiranno a far aumentare dell’1% i prezzi al consumo.

Nel frattempo, le compagnie di trasporto marittimo stanno registrando profitti elevati. «Le stime suggeriscono che l’industria del trasporto di container ha realizzato un record di 190 miliardi di dollari di profitti nel 2021, un aumento di sette volte rispetto all’anno precedente e cinque volte quello che ha realizzato nell’intero periodo dal 2010 al 2020» affermano ancora dalla residenza ufficiale di Biden.

«I margini di profitto sono aumentati. Nel terzo trimestre del 2021 il margine operativo medio dei principali vettori è stato di circa il 56%, a fronte di un margine operativo medio del 3,7% di due anni prima».

La White House denuncia come, oltre all’aumento dei prezzi,  diverse pratiche commerciali specifiche di molte grandi compagnie di trasporto marittimo stiano danneggiando le imprese e gli agricoltori americani: «A causa del loro potere di mercato, queste alleanze sono in grado di annullare o modificare le prenotazioni e imporre commissioni aggiuntive senza preavviso. Queste pratiche imprevedibili minano la capacità delle aziende americane di consegnare gli ordini in tempo» si legge nel fact sheet.

«Troppo spesso, i vettori marittimi si rifiutano di accettare del tutto le esportazioni americane, preferendo tornare velocemente in Cina con una nave vuota piuttosto che trasportare il carico degli esportatori americani o attraccare nei porti americani. Questo crea non poche difficoltà ai nostri agricoltori, che hanno trascorso decenni a costruire relazioni a livello internazionale, solo per scoprire che ora non possono trasportare i loro prodotti agricoli all’estero con un margine minimo di prevedibilità».

Infine, sempre secondo la Casa Bianca, i vettori hanno anche continuato a perseguire pratiche che contribuiscono direttamente alla congestione portuale, come l’imposizione di “box rules” che richiedono ai camionisti di utilizzare solo determinati rimorchi per trasportare i loro container, costringendo così gli autotrasportatori ad aspettare il tipo giusto di rimorchio. «Ciò porta a una retribuzione inferiore e tempi di attesa più lunghi per i camionisti della nostra nazione, che vengono pagati a container trasportato».

Ma il presidente americano Joe Biden ha fatto chiaramente intendere di non voler subire passivamente i big carrier.

L’alleanza annunciata in questi giorni tra la Federal Maritime Commissione e il Dipartimento di Giustizia (DOJ) va in questa direzione. Nell’ambito di questa cooperazione, il Dipartimento di Giustizia fornirà all’FMC il supporto di avvocati ed economisti della Divisione Antitrust per l’applicazione delle violazioni dello Shipping Act e delle leggi correlate.

Si tratta di un’ulteriore passo in avanti verso il raggiungimento di un traguardo che gli USA considerano prioritario: promuovere una concorrenza leale nel sistema di trasporto marittimo di merci.

E’ anche per questo motivo che Biden ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti, l’organo legislativo nazionale, di approvare solide riforme nel settore della navigazione marittime, comprese quelle che affrontino l’attuale immunità antitrust per le big alliances.

Biden ritiene che il Congresso abbia il dovere di fornire ulteriori strumenti all’Amministrazione per affrontare i numerosi problemi della navigazione marittima. Biden ha insomma incoraggiato entrambe le camere del Congresso a fare qualcosa quanto prima.

La risposta degli armatori non si è fatta attendere: «È un peccato che il Presidente stia demonizzando i vettori marittimi» ha dichiarato l’Associazione di categoria, il World Shipping Council. «L’industria dello shipping è la spina dorsale degli Stati Uniti e dell’economia globale e ha lavorato 24 ore su 24 durante la pandemia per spostare più merci che mai nella storia».