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Report shock dell'assicuratore Gard

Il male di vivere dei marittimi

di Redazione

C’è un buco nero che inghiotte la salute e a volte la vita di decine di marittimi, una categoria che risulta essere particolarmente esposta al rischio suicidario.

A svelare una realtà poco conosciuta è la ricerca condotta da Gard, uno dei maggiori P&I Club al mondo, che tra il 2020 e il 2024 ha gestito oltre 30.000 sinistri nell’ambito del proprio portafoglio assicurativo, sei mila dei quali registrati nel 2024.

Sebbene rappresentino una minoranza, i numeri a disposizione sono comunque allarmanti: nell’anno appena trascorso, Gard ha segnalato nove casi di suicidio a bordo della navi assicurate. Si tratta in sostanza dell’9% dei 90 casi di decesso registrati nel 2024.

A rendere più sconvolgente il dato è che nel 2024 i casi di suicidio sono risultati essere superiori ai decessi provocati da incidenti di tipo mortale.

La maggior parte dei casi di suicidio ha coinvolto ufficiali, sia di grado superiore che inferiore e nel 75% dei casi segnalati i marittimi avevano meno di 41 anni.

Lo studio evidenzia come la maggior parte dei decessi per suicidio sia stata causato da impiccagione o annegamento.

I casi di suicidio per impiccagione si sono verificati di notte, in ambienti privati ​​e chiusi a chiave. I decessi per annegamento (uomo in mare) si sono verificati di giorno.

Nessuno dei marittimi coinvolti in questi episodi era stato segnalato in precedenza per aver assunto condotte negative sul luogo di lavoro e pochi sono i marittimi che hanno deciso di lasciare una lettera per spiegare il loro stato d’animo e identificare quindi la causa del gesto estremo.

“Questi dati sottolineano l’importanza di prestare maggiore attenzione alla salute mentale e al benessere in mare”, afferma una delle responsabili dello studio, Lene-Camilla Nordlie.

Dal report emerge come il tempo passato in mare influisca notevolmente sulla felicità dei marittimi. Questa raggiunge il suo picco (con un punteggio di 7,85 su 10) nel primo mese di contratto, salvo poi iniziare a calare nei quattro mesi successivi. Periodo durante il quale viene toccato il punteggio più basso (7,45).

In media, i marittimi di età superiore ai 46 anni hanno riportato livelli di felicità più elevati (7,82) rispetto ai loro colleghi più giovani, con i punteggi più bassi nella fascia di età 31-35 anni.

Anche le ore di riposo possono avere un’incidenza significativa sul tasso di felicità dichiarato. I ​​marittimi con solo 5-6 ore di riposo al giorno hanno ottenuto un punteggio di 6,2 nell’indice di felicità, mentre quelli con più di 8 ore di riposo hanno riportato punteggi significativamente più alti, pari a 7,9.

Gard sottolinea l’importanza di coltivare una cultura di bordo solidale e inclusiva. “La leadership gioca un ruolo fondamentale in questo contesto e può contribuire a creare un clima di apertura, empatia e sicurezza psicologica a bordo” affermano i redattori del report.  “Anche piccoli gesti possono fare la differenza e avere un impatto positivo sul benessere mentale, contribuendo a promuovere una cultura in cui la richiesta di aiuto viene accolta con comprensione e in cui ogni membro dell’equipaggio si sente riconosciuto e apprezzato”.

Una esigenza, quest’ultima, che diventa di fatto impellente per i marittimi, visto che nessuno dei soggetti coinvolti nei casi registrati di suicidio aveva ritenuto di dover chiedere un aiuto psicologico o un qualche tipo di supporto.

Come già anticipato, nel 2024 sono stati registrati 90 decessi tra i membri dell’equipaggio.

La frequenza è rimasta in linea con l’anno precedente, ma se si considera l’evoluzione nel tempo e si confronta la frequenza media dei casi di decesso nei tre anni successivi al Covid (dal 2022 al 2024) con la frequenza media dei casi di decesso dei tre anni precedenti, si osserva un aumento del 25% delle richieste di risarcimento da danno da morte.

L’83% dei casi è risultato essere correlato a malattie. A causa delle specificità del proprio lavoro, i marittimi sono infatti molto esposti a malattie di tipo cardiovascolare provocate da vari fattori, come lo stress, la malnutrizione e la scarsa attività fisica a bordo delle navi. Il 60% dei decessi segnalati dagli equipaggi delle navi assicurare da Gard ha avuto a che fare con problemi di natura cardiaca.

Tra tutti gli incidenti segnalati che hanno causato vittime tra l’equipaggio nel 2024, sette sono stati invece provocati da incidenti di vario genere, si tratta dell’8% del totale dei casi mortali segnalati nel 2024.

Sei di questi tragici episodi sono stati provocati da lesioni individuali, la maggior parte delle quali a seguito di cadute.

In tutti gli incidenti mortali registrati tranne uno, l’equipaggio deceduto stava svolgendo i propri compiti e l’errore umano sembra aver giocato un ruolo significativo in molti dei decessi segnalati.

Quattro dei sei incidenti mortali hanno comportato cadute dall’alto. Tre di queste cadute sono avvenute dalla nave in mare.  In due di questi casi, i marittimi sono caduti mentre utilizzavano le scale. Uno non indossava il giubbotto di salvataggio; l’altro non indossava l’imbracatura di sicurezza. Entrambi sembravano essere rimasti coscienti dopo la caduta in mare, ma le condizioni meteo potrebbero aver influito sulle loro possibilità di sopravvivenza.

Altri tre casi hanno riguardato diversi tipi di situazioni traumatiche. Uno ha riguardato una caduta dall’alto in uno spazio chiuso, un altro incidente mortale è stato causato da una lesione da schiacciamento e l’ultimo caso è risultato essere stato causato da una folgorazione.

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