Nell’Italia dei porti potrebbe presto esserci un problema di sovraccapacità infrastrutturale nel settore dei container. Si tratta di un tema noto ormai da tempo, che il Capo Servizio Maritime & Energy di SRM Alessandro Panaro ha evidenziato stamani a Napoli durante la presentazione del 12esimo report annuale del Centro Studi e Ricerche di Intesa San Paolo.
Premettendo che il sistema portuale nazionale movimenta 11,7 mln di TEU, di cui 5 mln in transhipment, Panaro ha passato in rassegna tutti i progetti in corso di realizzazione nei porti italiani, evidenziando che nel complesso faranno crescere la capacità ricettiva nazionale di ulteriori 5 mln di TEU.
Tra i vari progetti esaminati figura l’ampliamento del Terminal Bettolo di Genova, con una capacità ulteriore programmata di 100mila TEU; l’ampliamento del Terminal Ravano di La Spezia (con una crescita prevista di 600 mila TEU); la Darsena di Levante a Napoli (800mila TEU); il nuovo terminal est di Augusta operativo dal 2024 (200mila TEU); il nuovo Terminal PortItalia a Termini Imerese, operativo dal 2025 (non ancora censito in termini di capacità); l’ampliamento del Trieste Marine Terminal al Molo VII (300 mila TEU) e il progetto di un nuovo terminal al Molo VIII (450mila TEU), la Darsena Europa di Livorno (800mila TEU), il nuovo Ravenna Hub (500mila TEU) e il nuovo terminal a Porto Marghera (capacità potenziale di oltre 1 mln di TEU).

“Alla fine del ragionamento, ad un settore che crescerà nei prossimi cinque anni del 10% andiamo a rispondere con una crescita della capacità programmata del 50%” ha affermato Panaro, avanzando la preoccupazione che il Paese sia troppo sbilanciato sul container, tipologia di traffico che è cresciuta del 4,1% negli ultimi 12 anni grazie soprattutto alle performance di Gioia Tauro, “grande hub internazionale che da una mano a tutti gli altri porti a crescere”.
Quale che siano però le ambizioni di grandezza coltivate dai porti italiani nell’ambito del traffico containerizzato, è un fatto che non sono i container ma i rotabili la modalità di trasporto con maggiori possibilità di crescita per il nostro Paese.
Non a caso, Panaro ha qualificato i RO/RO come “il nostro settore di acciaio”. Questa tipologia di traffico – ha precisato – è cresciuta del 24% negli ultimi 12 anni, grazie anche ai fenomeni di regionalizzazione dei mercati, che hanno visto una buona parte delle produzioni industriali di interesse spostarsi sui Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo, facilmente collegabili ai nostri porti in modalità rotabile.
Il fatto che il Governo abbia messo al centro della propria agenda lo sviluppo dei terminal container a discapito di altri investimenti non rappresenta però una preoccupazione per Emanuele Grimaldi, armatore al vertice dell’omonimo gruppo partenopeo, uno dei più importanti al mondo nel settore dei traghetti Ro/Ro.
Rispondendo a una domanda della giornalista Morena Pivetti, durante una delle due tavole rotonde organizzate nell’ambito dell’evento di presentazione del 12esimo rapporto, Grimaldi è stato chiaro: “Quando si costruisce un nuovo terminal container, se ne può chiudere uno più piccolo, da mettere a disposizione per altre esigenze”.
Il n.1 dell’International Chamber of Shipping ha citato direttamente la Darsena Europa, l’opera di espansione a mare con la quale il porto di Livorno punta ad implementare la propria capacità ricettiva nel traffico container: “Una volta realizzata l’opera – ha spiegato – si potrà liberare la Darsena Toscana, che oggi fa container e che domani potrà fare un altro mestiere”.
Insomma, la passione per il container non rappresenta per il n.1 di Grimaldi un problema, a patto che si abbia “la giusta flessibilità” e che “si capiscano le necessità del porto”.
Quanto ai rotabili, è indubbio che i flussi di traffico nell’area mediterranea sono aumentati in questi mesi, tanto da convincere la società armatoriale ad implementare i servizi ci collegamento con la Turchia. “L’incertezza che domina il contesto geopolitico ha facilitato un po’ di reshoring, di business europeo, e questa è una buona notizia in un periodo di grandi preoccupazioni” ha concluso.
