Un presidente un po’ sindaco un po’ community manager. E’ questo il ruolo che Davide Gariglio immagina di doversi attribuire dopo che sarà salito alla guida dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, l’ente cui competono funzioni di indirizzo, programmazione, coordinamento, promozione e controllo delle operazioni portuali e delle altre attività commerciali ed industriali esercitate nei porti di Livorno, Piombino, in quelli dell’Isola d’Elba e di Capraia.
Nel corso dell’audizione tenutasi ieri Commissione Trasporti al Senato nell’ambito della proposta di nomina a nuovo n.1 dell’Ente di Palazzo Rosciano, Gariglio ha illustrato il suo percorso lavorativo e curriculare e ha provato a gettare lo sguardo sul futuro dell’AdSP.
“A Livorno si trovano in eredità opere già avviate” afferma. “Il DPSS (Il Documento di Pianificazione Strategica di Sistema Portuale) dell’Ente ha una mission che condivido, che è quella di rafforzare i collegamenti nazionali e internazionali in funzione della crescita dell’intero territorio” aggiunge.
La Darsena Europa (“un’opera gigantesca in corso di realizzazione”) si inserisce in questo contesto ma secondo Gariglio va anche consolidata la vocazione dello scalo labronico per il traffico RO/RO, per quello dei passeggeri e della cellulosa.
E c’è molto lavoro da fare anche a Piombino, realtà nella quale “una società dell’est Europa si appresta ad investire 2 mld per far ripartire il polo siderurgico”. In tale situazione, “l’Autorità Portuale dovrà lavorare per far sì che il porto sia in grado di accogliere le navi che devono importare le materie prime ed esportare manufatti”.
Del pari, “Va garantita la continuità territoriale dei porti elbani, a servizio dello sviluppo di tutto il sistema”, mentre “il mega e giga yachting rappresenta a Livorno una realtà in forte sviluppo, che va saputa valorizzare appieno”.
Quanto a lui, Gariglio ritiene che il presidente debba essere un po’ il sindaco del porto, concezione, quest’ultima, molto cara a Francesco Nerli, l’ex presidente di Assoporti e deputato PCI che nel 1984 riformo il sistema portuale italiano. Una delle figure cui l’avvocato torinese immagina dunque di doversi ispirare per la gestione di un ruolo che comporta molte responsabilità.
“Ritengo – dice – che il presidente di un’Autorità Portuale debba essere un community manager, colui che si fa carico di contemperare le esigenze operative del porto con quelle del Comune, della Regione, dei territori, delle imprese, dei cittadini”.
Per Gariglio “le sfide si vincono solo e soltanto se un presidente riesce a creare uno spirito di squadra all’interno dell’amministrazione. Allo stesso tempo vanno rafforzati i punti di contatto con tutti gli attori direttamente o indirettamente coinvolti nella vita di un porto”.