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Il n.1 di Assiterminal critico sul tema delle autonomia differenziate

Becce: “Basta con la politica degli slogan”

di Redazione

“Sono molto preoccupato dalla piega che sta prendendo la discussione che in questi giorni si sta facendo sul tema delle autonomie differenziate per gli scali marittimi, tornato recentemente alla ribalta con l’approvazione dell’apposito disegno di legge messo a punto proprio dal ministro Calderoli e approvato dal Consiglio dei ministri”. Intervenendo alla sesta edizione di Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry, il presidente di Assiterminal, Luca Becce, critica l’eccesiva superficialità con cui, a suo dire, si starebbe affrontando la questione.

“La Regione Liguria ha recentemente dichiarato di voler completare l’iter per richiedere l’autonomia in alcuni settori, a cominciare da quello della logistica e della portualità. Sono allarmato, soprattutto come cittadino. Non si comprende che i porti non appartengono agli enti locali: essi agiscono sul demanio portuale demaniale, la cui gestione è di competenza dello Stato non certo del Comune o della Regione su cui quel porto insiste”

Per il n.1 di Assiterminal, “in Italia si ragiona per slogan. Non c’è alcuna voglia di entrare nel merito delle questioni e di capirne la complessità”.

Becce sottolinea poi come i porti agiscano e servano aree geografiche che non coincidono con quelle di un Comune: “Trieste, La Spezia, Venezia, servono mercati internazionali e sono collegati ad una rete TEN-T Europea che non può chiaramente essere controllata dalla Regione”.

Il presidente dell’Associazione dei Terminalisti Italiani ne è convinto: “Le concessioni devono essere governate a livello nazionale anche se non esiste ad oggi uno schema uniforme che ne definisca le modalità di rilascio. Stiamo, giusto quest’anno, cominciando a discutere di un regolamento base che deve essere recepito e implementato da ogni singola AdSP”.

La risoluzione al problema va cercata quindi su altre basi: “C’è un tema, quello della semplificazione, che deve essere necessariamente affrontato. Si tratta di scomporre le materie e decidere che cosa sia di competenza dello Stato e che cosa sia di competenza coordinata tra Stato e Regione. Dobbiamo smetterla di fare propaganda”.

Allo stesso modo Becce si è detto preoccupato per i risultati cui è approdato il sondaggio preparato da Contship in collaborazione con SRM e presentato stamani al convegno di Shipping Meet Industry. “Si è parlato per anni di industria 4.0 ma ad oggi l’acquisizione teorica che la logistica sia un fattore della produzione è rimasta largamente disattesa. Continua ad esserci tra le imprese un profondo disinteresse per le modalità di consegna e ricezione di un prodotto”.

La critica è chiara: moltissima merce Italiana viene esportata lasciando il controllo della logistica ai compratori; il mancato controllo commerciale su molta merce esportata si traduce in un danno commerciale sia per le aziende esportatrici che per quelle che offrono logistica.

Il secondo elemento critico è dato dallo scarso sviluppo dell’intermodalità: “In Italia l’87% della merce in export e l’84% di quella import si muove su strada. Usiamo soltanto un 13% di intermodalità. E’ sicuramente un grosso problema”.