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Contratti long-term in calo

Big carrier, sarà una navigazione agitata

di Redazione Port News

L’andamento degli importi medi per  i contratti di trasporto container via mare di lungo periodo potrebbero presto esporre i big carrier ad una navigazione agitata.  Lo certifica la società di analisi norvegese Xeneta nel suo ultimo report.

A Marzo è stato infatti registrato un nuovo abbassamento degli importi pattuiti nei contratti di trasporto di lungo periodo: il loro livello è risultato in calo dello 0,5% sul mese precedente. Rispetto ai picchi di Agosto 2022, siamo sotto del 24%.

L’importo medio dei contratti è comunque ad oggi superiore del 30,5% rispetto a un anno fa. “A livello globale,  le compagnie di navigazione fanno ancora affari d’oro nei contratti long-term” afferma il ceo di Xeneta, Patrick Berglund. “Il divario con il valore delle tariffe per spedizioni spot è infatti ancora piuttosto ampio. Tuttavia, questa fase non durerà ancora a lungo”.

Nelle prossime negoziazioni spedizionieri e caricatori potrebbero infatti avere il coltello dalla parte del manico: “Negli USA, i nuovi accordi siglati in queste settimane, con tariffe decisamente più basse, andranno presto a prendere il posto di quelli vecchi, entrando in validità a partire da Aprile e Maggio. Al calo di questo mese ne seguiranno quindi altri ben più marcati”  aggiunge l’esperto analista.

Tornando al mese appena trascorso, in Europa si è osservata una diminuzione mese su mese del 6% dei valori dei contratti per l’import. Si tratta del livello più basso da Marzo dello scorso anno.

Nell’export, le tariffe sono cresciute su base mensile dello 0,8%. L’indice XSI di Xeneta è comunque superiore del 62% sull’anno precedente.

“Gli scambi sottostanti all’indice delle esportazioni europee indicano che quelli verso gli Stati Uniti, in particolare verso la costa orientale, sono aumentati, mentre gli scambi verso l’Estremo Oriente sono diminuiti. Nei trade con gli USA prevediamo a Maggio notevoli cali nei noli a lungo termine”, fanno osservare gli analisti.

Spostando lo sguardo a Oriente, si nota che il valore dei contratti di lungo periodo per l’export dall’area è diminuito dell’1,6% rispetto a Febbraio. Si tratta dell’ottavo calo mensile consecutivo, che porta le tariffe di trasporto al livello più basso mai toccato rispetto ad Aprile dello scorso anno, quando l’indice XSI ha toccato i 400,94 punti. Le tariffe hanno comunque valori superiori dell’11% rispetto a Marzo 2022.

Nelle esportazioni sono aumentati soprattutto gli scambi commerciali via mare verso gli USA. Quelli provenienti dal Sudest Asiatico e diretti verso entrambe le coste statunitensi hanno valori doppi rispetto a un anno fa.

In import i costi sono in diminuzione dell’1,5%. Il valore dei contratti è comunque superiore del 7% a quelli di marzo 2022.

Il valore medio dei contratti per l’importazione di container negli Usa è invece cresciuto a marzo del 7,1% sul mese precedente (con valori medi che ora sono del 77% superiori a quelli di un anno prima), contro un marginale +0,12% per l’export dalla stessa area. Rispetto a Febbraio, l’indice XSI per le esportazioni è infatti passato da 178,90 a 179,12 punti. Si tratta del sotto-indice che è cresciuto di meno rispetto a Gennaio 2017.

Nell’import, i valori dei contratti sono cresciuti nonostante il calo degli scambi commerciali, diminuiti del 19% su base mensile. D’altra parte, nelle esportazioni i volumi di merce sono aumentati del 4% rispetto al 2022.

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