RisposteTurismo scommette su Livorno. E’ in questa città che si terrà la tredicesima edizione dell’Italian Cruise Day,il forum itinerante per l’industria delle crociere. Per la città dei Quattro Morti si tratta di un ritorno, visto che già nel 2013 aveva ospitato la terza edizione del Forum. Non una scelta casuale quella fatta dalla società specializzata nel fornire soluzioni progettuali ed operative ad organizzazioni ed imprese appartenenti al settore turistico e interessate da problematiche di carattere strategico o gestionale. Il presidente e fondatore della società, Francesco di Cesare, spiega a Port News presente e futuro di un mercato, quello delle crociere, che Livorno, ma anche per Piombino e Portoferraio, può diventare sempre più strategico.
Presidente, perché avete scelto proprio Livorno per la prossima edizione dell’Italian Cruise Day? Qual è la ragione di questa scelta?
Italian Cruise Day è nato come progetto da realizzare assieme ai protagonisti – soggetti pubblici e privati – della crocieristica in Italia, realtà che sono interessate dal fenomeno, o per le quali la crocieristica è il business centrale. Sin dall’inizio come Risposte Turismo ne abbiamo proposto la realizzazione ai vari territori ( i porti, le amministrazioni comunali, gli operatori) che hanno contribuito a rendere così ricca e ramificata la mappa delle destinazioni crocieristiche italiane, ricevendo, di volta in volta, di anno in anno, alcune manifestazioni di interesse. E da lì partiamo con la scelta. Abbiamo percepito il grande entusiasmo e l’interesse di Livorno – con la sua Autorità di Sistema Portuale e il terminalista PortoLivorno2000 – ad ospitare l’edizione 2026 del forum, e siamo felici che questa città sia la prima ad accogliere per due volte l’iniziativa e tutti i suoi partecipanti.
A Catania sono state fornite le proiezioni del mondo delle crociere per il prossimo anno. Nello scalo labronico si prevedono 820 mila passeggeri, per 420 toccate di navi. Si parla di un possibile incremento del 2,5 e dell’11,4% su base annuale rispettivamente con riferimento al numero di passeggeri e numero di attracchi. Come mai gli attracchi crescono più dei passeggeri?
Le statistiche su movimenti passeggeri e numero accosti vanno sempre viste come collegate ma poi hanno i loro propri fattori determinanti. Il possibile distacco nelle variazioni in termini di passeggeri e navi dipendono prevalentemente dalle dimensioni di queste ultime. Oggi la produzione crocieristica è sempre più diversificata, potendo contare su una flotta delle compagnie di crociera composta da unità che ormai possiamo definire di piccola dimensione (meno di 1.000 posti letto), così come medie, grandi e molto grandi (oltre i 5.000 posti letto), di conseguenza la possibilità o la scelta di ospitare unità di un tipo o di un altro condiziona non poco i risultati in termini di call e movimenti passeggeri. Quanto a Livorno, come è noto è da tanto tempo una delle realtà principali della crocieristica italiane e mediterranee, uno scalo cui le compagnie guardano sempre con grande interesse, sia per infrastrutture e servizi forniti che per possibilità di visita delle numerose mete raggiungibili. Livorno oggi, anche per la varietà di punti di accosto, accoglie 40 diverse compagnie di crociera, un ottimo risultato dal punto di vista del portafoglio clienti.
Leggendo nel dettaglio l’analisi di Risposte Turismo, si prevede che nel 2026 il settore raggiungerà i 15,4 mln di passeggeri movimentati nei porti italiani. La Toscana detiene il 5% della quota nazionale (quasi la metà di quella del 2012). C’è chi parla della competitività perduta di Livorno, che pure rimane lo scalo portuale di riferimento della Toscana. E’ così?
Non parlerei di competitività perduta, semmai di scenari completamente diversi, con l’entrata di nuovi attori sia nella portualità che tra le compagnie, e dinamiche che anno dopo anno si sono modificate anche nel determinare le scelte di deployment e di itinerario delle compagnie.
A novembre del 2024 RisposteTurismo presentò un lavoro di ricerca focalizzato sulla individuazione di specifiche azioni da sviluppare per arrivare a trattenere fino al 15% dei crocieristi in arrivo, con un raddoppio dei numeri di allora. Lo ritenete ancora oggi un obiettivo percorribile?
Senza dubbio. Ed è a mio modo di vedere la sfida principale per Livorno. Un obiettivo non facile, ed una situazione che accomuna Livorno ad altre città portuali che vedono arrivare navi ma spesso non riescono a trattenere, in termini di visita, i passeggeri. Con il concorso però di tutti si possono migliorare i risultati attuali. La questione da comprendere è quanto l’intera destinazione voglia crederci, quanto possa diventare un punto strategico per il prossimo futuro. Se c’è una convinzione condivisa, da tradurre in impegni, i risultati potranno arrivare.
Il porto di Livorno gode di una indubbia posizione strategica che forse andrebbe sfruttata meglio. Tra le criticità lamentate, quella dell’assenza di una progettazione per il trasferimento ferroviario diretto da Livorno alle città d’arte della Toscana e all’Aeroporto di Pisa (i pacchetti fly and cruise hanno rilievo considerevole per la clientela). Condividete quest’analisi sommaria?
Diciamo che l’intermodalità e più in generale le soluzioni atte a rendere l’accessibilità di un porto o di una destinazione più semplice sono centrali per favorire nuovi risultati e vantaggi dal punti di vista del traffico e dei positivi impatti che esso genera.In alcuni casi infatti il trasferimento ferroviario è fondamentale per superare criticità di accessibilità su gomma, così come nelle entrate/uscite verso o dalle città portuali per chi si imbarca e sbarca, anche se si tratta di scenari meno decisivi per Livorno vista la sua competitività prevalente come porto di transito. Ciò detto, ogni contesto va analizzato nello specifico, ed ogni eventuale opera infrastrutturale va commisurata, nelle sue valutazioni, alle potenziali ricadute in termini di fruizione. Però certamente la possibilità di interrogarsi su futuri investimenti va salutata con favore.
In Toscana non c’è solo Livorno ma anche Piombino e Portoferrario. Quali sono le vostre previsioni di traffico per questi due porti?
Stiamo rifinendo le previsioni e considerazioni per tutta una serie di porti con meno traffico per cui preferisco evitare di rispondere in questo momento.
In che rapporto stanno Piombino e Portoferraio con Livorno e quali sono, dal vostro punto di vista, le priorità principali da affrontare per rendere ancora più attrattive queste due realtà portuali?
Sono due porti certamente non in competizione con Livorno, anzi complementari all’interno di un sistema portuale. Portoferraio rientra in quei cosiddetti boutique ports, con un suo consolidato posizionamento anche per via delle compagnie che vi scalano più di frequente. Vi è però spazio di crescita anche nel generare soddisfazione tra i crocieristi facendo meglio scoprire l’intera isola e i suoi pregi e tesori: gli orari di apertura, ad esempio di alcuni musei, restano un’area di lavoro e miglioramento, non coincidendo con i tempi dei passeggeri delle navi.Per Piombino i margini di crescita del traffico sono decisamente più ampi, anche grazie ad un’ottima dotazione infrastrutturale e alle potenzialità del nuovo progetto di elettrificazione a terra. Sarà di certo funzionale a tale possibile crescita il riconoscimento di una concessione quanto meno di medio termine ad un soggetto specializzato che potrà curare la promozione dello scalo e la gestione dei flussi crocieristici.