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Guerrieri in audizione alla commissione lavori del Comune di Livorno

Darsena Europa, la VIA maestra è tracciata

di Redazione Port News

Darsena Europa – potrebbe arrivare prima di Natale il tanto agognato nulla osta di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente. In occasione di una audizione davanti alla terza commissione consiliare del Comune (Lavoro ed Economia), il presidente dell’Autorità Sistema Portuale e commissario dell’opera, Luciano Guerrieri, ha evidenziato col rosso sul proprio calendario due giorni precisi: l’11 o il 22 Dicembre.

In una di queste due date la Commissione di Via Nazionale dovrebbe mettere all’ordine del giorno il pronunciamento del Dicastero sulla valutazione di impatto ambientale, segnando di fatto il passaggio dal progetto alla realtà per il secondo investimento portuale più importante in Italia dopo quello della Diga di Genova, opera strategica con la quale l’AdSP mira ad aumentare i volumi di container movimentati dallo scalo, mettendo al contempo ordine nel porto esistente.

Il complesso iter autorizzativo sta dunque giungendo al termine. «La Regione Toscana si è pronunciata il 24 novembre scorso, esprimendo un parere positivo» ha dichiarato Guerrieri, sottolineando l’importanza di questo passaggio. «Anche il Ministero della cultura ha dato il proprio ok, al termine di una istruttoria che si è perfezionata con il parere positivo della soprintendenza competente, quella di Pisa, e poi di quella generale» ha aggiunto.

Il commissario della Darsena Europa, accompagnato in audizione dalla sua vice, Roberta Macii, e dal dirigente tecnico dell’AdSP, Enrico Pribaz, ha rimarcato come la Port Authority non sia rimasta sino ad oggi con le mani in mano. E ha ricordato che a Luglio sono stati appaltati i lavori di consolidamento della prima vasca di colmata, quella lato sud, più vicina alla Darsena Petroli. Un traguardo importante e un tassello essenziale del mosaico, perché propedeutico alla costruzione del futuro terminal container del porto di Livorno.

Dopo aver completato i test di prova per valutare la reazione del sottosuolo relativamente al compattamento dei sedimenti nell’area destinata a diventare piazzale, l’AdSP è passata in Estate alla fase realizzativa, incaricando dell’intervento il pool di imprese che a maggio del 2022 si è aggiudicato i lavori di realizzazione delle dighe foranee e dei dragaggi della maxi opera: il RTI guidato da Sidra, braccio operativo italiano del colosso belga Deme, e composto dalla controllata Infrastructure di Fincantieri, Sales e Fincosit.

Nel corso di questi mesi, le ditte hanno lavorato pancia a terra per realizzare sopra la vasca di contenimento un piano carrabile a quota uniforme attraverso la movimentazione e la compattazione sia dei materiali presenti che degli inerti provenienti da cave di prestito o da impianti di recupero.

«Ad oggi sono stati uniformati 4 ettari su un totale di 34» ha detto Pribaz, aggiungendo che una volta terminato l’intervento, «si procederà con un ulteriore lotto di lavori a consolidare la vasca attraverso le precariche e i geodreni». In sostanza, una volta uniformata la struttura di contenimento, le ditte procederanno a formare in vari punti della vasca dei cumuli di terra che, lasciati per sei mesi a stagionare, contribuiranno a ridurre i tempi di consolidazione del terreno, accelerando l’espulsione dell’acqua anche grazie all’ausilio dei geodreni, che sono delle vere e proprie perforazioni verticali della superficie. L’obiettivo dichiarato dai vertici dell’AdSP è quello di riuscire a concludere i lavori di consolidamento entro i prossimi due anni.

La struttura commissariale incaricata della realizzazione del progetto dell’opera a Livorno si è anche portata avanti sui lavori di bonifica bellica e oggi è a un passo dal concluderli: «Stiamo aspettando che gli artificieri facciano brillare le ultime artiglierie trovate. Operazione che deve essere conclusa prima di poter certificare la fine dei lavori. L’intervento è programmato per il 19 Dicembre”. Una volta terminata questa fase, «potremo iniziare i lavori di realizzazione delle scogliere” ha aggiunto il dirigente dell’AdSP.

Tornando indietro al tema della VIA, lo stesso dirigente tecnico ha spiegato come le osservazioni ambientali arrivate al Ministero, 293 in tutto, abbiano spinto la struttura commissariale a produrre una documentazione corposa che poi è stata trasmessa a metà luglio. Una documentazione che è stata via via integrata da indagini estremamente dettagliate sullo stato di conservazione dei fondali e sulla presenza di Posidonia, considerata da sempre un buon indicatore della qualità delle acque marino–costiere per la sensibilità alle alterazioni delle condizioni ambientali.

Attraverso moderne strumentazioni subacquee è stato mappato tutto il fondale centimetro per centimetro: «E’ stata prodotta una relazione di cinquecento facciate A4  e abbiamo terabyte di filmati, con un livello di dettaglio e approfondimento mai visto sinora a livello nazionale» ha aggiunto Pribaz, spiegando come siano del pari state effettuate indagini approfondite sull’inquinamento acustico e censimenti sulla parte dunale, con riferimento al progetto del sabbiodotto, il tubo che dovrebbe prelevare i sedimenti derivanti dallo Scolmatore (e non solo) e portarli per il ripascimento sul litorale pisano a compensazione dell’erosione delle spiagge del nostro litorale a causa della stessa Darsena Europa.

Ambiente a parte, il caro materiali continua a rappresentare senz’altro una preoccupazione peri l’AdSP, che in occasione di una precedente audizione avevano ipotizzato un aumento potenziale del 40% dei costi di realizzazione delle opere marittime: si tratta di 100-120 mln di euro in più da aggiungere ai 450 mln di euro  previsti per la parte pubblica. «La norma prevede un articolato sistema di copertura: l’Ente è tenuto a pagare il differenziale tra il prezzo vigente al momento dell’ultimo stato di avanzamento e quello dell’offerta” ha fatto osservare il vertice tecnico della Port Authority, spiegando come il differenziale risultante dai sovraccosti, scontato del 20%, e assoggettato a ribasso di gara, venga liquidato dall’amministrazione attraverso le somme messe a disposizione per gli imprevisti, nei limiti del 50% del totale.

«Il quadro economico dell’opera prevede un’oscillazione massima del 5% per far fronte agli imprevisti” aggiunge, spiegando che «l’AdSP sostiene il 2,5% di questi extra costi, mentre la restante parte viene coperta dallo Stato con un apposito fondo ad hoc. Inoltre ogni quattro mesi viene fornito un aggiornamento del capitolo di revisione dei prezzi».

Sul caro materiali – ne è convinto il dirigente apicale – ci sono state delle chiare speculazioni al rialzo non giustificate dall’andamento del tasso di inflazione che quest’anno dovrebbe comunque scendere al 6%.

«Non capisco perché i materiali per la realizzazione delle opere marittime costino di più di quelli per la costruzione delle altre infrastrutture» è l’opinione espressa da Guerrieri. Il presidente dell’AdSP ha comunicato che sta predisponendo una relaziona argomentata sul tema, da inviare al Ministero delle Infrastrutture e alla Regione.