L’introduzione dei dazi sull’importazione della merce dalla Cina, poi stoppata provvisoriamente da Trump il 12 maggio scorso, ha avuto delle ricadute negative sui principali porti container statunitensi, a cominciare da quello di Los Angeles, che a maggio ha fatto registrare una flessione del 4,8% dei volumi di traffico rispetto al mese precedente.
Si tratterebbe del dato mensile più basso da oltre due anni.
«A meno che non vengano raggiunti presto accordi commerciali globali e a lungo termine – ha avvertito il direttore esecutivo dell’Autorità Portuale di Los Angeles, Gene Seroka – probabilmente assisteremo a prezzi più elevati e ad un minor assortimento di merci durante le festività di fine anno. L’incertezza generata da politiche tariffarie in rapida evoluzione ha causato difficoltà ai consumatori, alle imprese e ai lavoratori».
Lo scorso mese il porto californiano ha movimentato 717mila TEU rispetto ai 753mila TEU di maggio 2024. In calo sia i contenitori pieni allo sbarco sia i contenitori pieni all’imbarco che sono stati pari rispettivamente a 356mila teu (-8,9%) e 121mila teu (-4,0%). La movimentazione di container vuoti ha totalizzato 240mila teu (+1,8%).
Nei primi cinque mesi del 2025 il traffico globale è stato pari a 4,06 milioni di teu, con un aumento del +4,1% sul corrispondente periodo dello scorso anno, di cui 2,08 milioni di teu pieni allo sbarco (+2,0%), 595mila teu pieni all’imbarco (-10,3%) e 1,39 milioni di teu vuoti (+15,7%).