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Market report

Drewry prevede un 2024 in perdita per i carrier

di Redazione

La situazione in cui si trovano oggi le compagnie di navigazione attive nel trasporto container è paragonabile a quella di una nave lanciata a tutta velocità contro una banchina.

Dopo due anni di enormi guadagni, il business del trasporto marittimo ha cominciato a virare verso una nuova realtà post-pandemica. Il riassorbimento delle interruzioni logistiche dovute allo shock sanitario e l’intervenuta debolezza della domanda di merce legata all’aumento dei prezzi per i consumatori hanno di fatto avuto ricadute significative sui traffici container, con effetti che si sono manifestati in modo evidente per tutto il 2023 e che incideranno pesantemente anche sul 2024.

Benché molti indizi lasciassero presagire un cambio di rotta rispetto alle dinamiche che si erano venute a delineare a seguito dello scoppio della pandemia, la risposta dei liner è stata tardiva e comunque poco efficace. E in molti casi i vettori sono stati causa del proprio male, come dimostra l’impennata delle nuove ordinazioni e il crescente aumento della flotta dispiegata lungo i principali trade commerciali. La sovraccapacità è ormai inevitabile e il numero record di nuove navi consegnate quest’anno avrà sicuramente un effetto di vasta portata.

Secondo il senior analyst di Drewry, Simon Heaney, i margini del settore si ridurranno progressivamente il prossimo anno, sino a scendere in territorio negativo. La previsione è che i liner arrivino a registrare nel 2024 un risultato operativo (EBIT) negativo di 15 miliardi di dollari.

Il fatto è che il calo della spesa dei consumatori ha lasciato un profondo vuoto nel mercato dei container anche se l’economia in generale sta cominciando a dare degli segnali di graduale miglioramento.

Secondo Drewry, il traffico globale di container diminuirà quest’anno dello 0,2% rispetto al 2022. Mentre nel 2024 la domanda dovrebbe aumentare soltanto del 2%.

La tendenza a lungo termine mostra peraltro un continuo calo del moltiplicatore di crescita TEU-PIL che collega la movimentazione dei container alla crescita economica globale. I dati indicano come nel periodo 2010-2019 i volumi dei container movimentati a livello globale siano cresciuti a un ritmo 1,5 superiore rispetto all’andamento del PIL. Nel periodo 2020-2027 la correlazione TEU-PIL continuerà a indebolirsi, sino a toccare quota 0,8.

Ad aggiungere benzina al fuoco c’è il fatto che negli anni precedenti i vettori hanno continuato a investire nell’acquisto di nuovo naviglio, andando quindi ad alterare ulteriormente i già fragili equilibri di mercato.

La consultancy firm sottolinea che di qui al 2027 verrà consegnato l’80% delle newbuilding ordinate, con un aumento medio annuale della capacità di stiva di 2 milioni di TEU ogni anno. Sono valori più che doppi rispetto a quelli registrati nell’arco temporale 2018-2022. Nel 2024, per il terzo anno consecutivo, la crescita della flotta (+6,4%) sarà superiore a quella attesa dei volumi globali.

Il disallineamento tra l’incremento della flotta e la crescita della domanda determinerà conseguenze negative per il settore per lo meno sino al 2026, anno nel quale, sempre secondo la società di analisi, dovrebbe registrarsi il riallineamento auspicato.

Il supply and demand index di Drewry fotografa bene lo stato di salute del mercato. Se l’indice supera i 100 punti significa che c’è un surplus della domanda rispetto all’offerta, il contrario se si attesta al di sotto di quella soglia.

Ebbene, l’indice scenderà a 79 punti nel 2023, il valore più basso dal 2009 ed è probabile raggiunga un nuovo minimo storico nel 2024, con l’ingresso in acqua di nuovo naviglio per una capacità complessiva di 1,8 milioni di TEU.

Secondo Drewry, le demolizioni aumenteranno significativamente, passando da 150.000 TEU del 2023 ai 600.000 teu del 2024 e la velocità delle navi diminuirà probabilmente di un altro 1%, a 13,8 nodi.

Ciò non ostante, la situazione rimarrà cupa per i vettori. Per quanto possano provare a correggere il tiro, la sfida che hanno di fronte è proibitiva. Per Heaney la loro colpa è stata quella di aver cominciato a intervenire troppo tardi sugli squilibri di mercato.

Insomma, c’è poco di cui stare allegri. Per il prossimo anno Drewry prevede una ulteriore riduzione delle tariffe di trasporto combined (quelle del mercato spot e dei contratti long-term). Dopo essersi ridotte nel 2023 del 60% rispetto all’anno precedente, nel 2024 scenderanno di un ulteriore 33%.

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