Interviste

Colloquio con Stefano Messina

Fronte comune per la ripartenza

di Marco Casale

Fare fronte comune, andare al di là delle sterili divisioni di categoria, aiutare concretamente chi ha fornito e continua a fornire servizi essenziali alla continuità territoriale pur in presenza di un crollo del fatturato senza precedenti.

È questo il vero obiettivo da raggiungere per il presidente di Assarmatori Stefano Messina che evita polemiche dirette con Confitarma, lanciando un appello a chi nell’ambito del cluster marittimo intende lavorare per rilanciare un settore in estrema difficoltà.

«Il Ministro delle Infrastrutture ha avviato il tavolo dedicato alle crociere ed è pensabile ipotizzare che dalla fine dell’estate il comparto del turismo possa gradualmente ripartire» afferma Messina, che fa notare come il momento sia opportuno per mettere in campo una proposta concreta per il settore.

«Per effetto delle limitazioni alla circolazione delle persone e del divieto delle attività di crociera – spiega – parte delle risorse previste per gli sgravi fiscali e contributivi relativi al Registro Internazionale e già inserite nelle previsioni di spesa per il 2020 non sono state e non saranno utilizzate appieno nell’anno in corso. Quello che proponiamo è allora di usare questi fondi per sostenere anche quelle compagnie che, nonostante le gravi perdite economiche, hanno continuato ad assicurare il servizio insostituibile della continuità territoriale e dei servizi di trasporto combinato merci e passeggeri».

Per il leader di Assarmatori tali risorse dovrebbero essere prioritariamente destinate «alle aziende che operano nei servizi strategici e insostituibili», in via secondaria «alle imprese più fragili e maggiormente esposte alla crisi» e subito dopo «ai player che esercitino attività nell’interesse del Paese (enfatizzando l’occupazione marittima italiana)».

Su un punto Messina intende essere chiaro: «Vorremo confrontarci su proposte di questo tipo, non su polemiche inutili». Lo dice riferendosi alle divergenze nate nei giorni scorsi con Confitarma in vista della conversione in legge del Decreto Rilancio, e confermando le proprie perplessità nei confronti dell’emendamento ispirato dalla stessa Confitarma per permettere a chi già gode delle agevolazioni fiscali e contributive introdotte con la legge 30/98 (istitutiva del Registro internazionale) di praticare anche rotte di cabotaggio nazionale.

«Una compagnia da crociera che operi nel  mercato nazionale non può fruire degli sgravi fiscali di cui godono le compagnie che operino nel mercato internazionale. Chi fa cabotaggio deve seguire il regime, anche fiscale, delle altre aziende italiane che fanno lo stesso tipo di attività» dice Messina, per il quale lo strumento del Registro Internazionale «si è dimostrato validissimo e ha ridato slancio e competitività alla flotta di bandiera».

Messina ricorda come le norme contenute nella legge n. 30 del 1998 siano poste a tutela della gente di mare: «Sono del tutto in linea con le regole dell’UE in materia di aiuti di stato, visto che servono a difendere le imprese degli Stati Membri e l’occupazione dei marittimi comunitari che operano nei mercati aperti alla concorrenza internazionale dove il costo del lavoro e i prelievi fiscali sono molto più bassi».

Proprio per questo non condivide l’appello del direttore generale di Costa Crociere, Neil Palomba, che in una missiva ai parlamentari italiani aveva chiesto una deroga alla norma che regola il Registro Navale Internazionale: «L’ho già chiarito, nessuno vieta le crociere esclusivamente in territorio nazionale».

Dal leader di Assarmatori arriva un chiaro invito a superare il velo delle contrapposizioni: «Non derubrichiamo a mera questione di bandiera associativa l’importante discussione sulle modalità di rilancio e sviluppo del Sistema Paese. Noi crediamo di aver trovato il modo per dare un aiuto concreto a chi ha fornito e continua a fornire servizi essenziali alla continuità territoriale, pur in presenza di un crollo del fatturato senza precedenti. Lavoriamo insieme su questo, per il bene del nostro Paese».

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