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Focus

Salari in aumento

Il vento gira a favore dei marittimi

di Redazione

Il 2023 ha regalato ai marittimi salari più alti e condizioni di vita lavorative generalmente migliori, anche se permangono delle sacche di pesante arretratezza. Lo rivela l’ultimo sondaggio condotto da Danica su un campione di 6228 lavoratori.

Secondo la società specializzata nell’offerta di soluzioni per gli equipaggi, gli stipendi sono aumentati in media del 10% rispetto all’ultimo sondaggio pubblicato nel 2021. Tra i gradi degli ufficiali senior, i salari sono aumentati di circa il 10/15% rispetto ai risultati di due anni fa. Gli aumenti salariali sono stati particolarmente elevati per i primi quattro gradi senior (comandante, primo, secondo e terzo ufficiale) che operano a bordo di navi portacontainer e break bulk.

Altri aspetti emersi dal sondaggio includono l’interessante notizia che il divario salariale tra gli ufficiali filippini e quelli dell’Europa orientale si sta riducendo, mentre gli ufficiali senior indiani sulle navi da carico secco ricevono salari più alti del 10% rispetto ai loro colleghi dell’Europa orientale.

“Stiamo assistendo ad una spirale salariale simile a quella che abbiamo visto durante la precedente crisi finanziaria” afferma Henrik Jensen, CEO of Danica. “La causa principale di questi aumenti salariali è la combinazione di una carenza generale di marittimi molto competenti e di una migliore situazione finanziaria per la maggior parte degli armatori, che sta rendendo i datori di lavoro più generosi con le retribuzioni”, ha aggiunto. “E, con un surplus di offerte di lavoro, i marittimi possono permettersi di essere pignoli” .

Secondo l’indagine, l’aumento salariale è la ragione più comune per cui i marittimi cambiano compagnia di navigazione, anche se la promozione non rappresenta più uno strumento attraverso il quale favorire la fidelizzazione dei lavoratori. Il numero dei dipendenti che lavorano ancora con il datore di lavoro che li ha promossi a un livello superiore è diminuito notevolmente nel corso degli anni. Nel sondaggio del 2019, il 58% dei lavoratori aveva dichiarato di essere rimasto fedele all’armatore che li aveva promossi. Nell’indagine del 2023, questa percentuale è scesa al 42%.

Il sondaggio si è anche focalizzato sul benessere dei marittimi: circa un terzo dei soggetti campionati dichiara di essere stressato quando è a bordo. Su un terzo delle navi non vengono rispettate le ore di riposo previste dalla legge mentre il 7% dei lavoratori dichiara di aver lavorato in condizioni di sicurezza precaria durante il 2023, anche se il dato percentuale risulta essere in calo rispetto ai risultati del 2021. L’11% degli intervistati ha inoltre dichiarato di aver avuto attacchi di depressione durante l’ultimo anno di navigazione.

Desta invece preoccupazione il lento ma costante aumento del numero dei marittimi che nel corso degli anni ha dichiarato di aver sperimentato episodi di carenza di cibo o acqua potabile a bordo durante i loro viaggi. La percentuale è passata dal 20% del 2020 al 22% del 2021 e al 23% del 2023.

Un altro elemento da prendere in considerazione, l’accesso a internet, fondamentale per chi si trovi a viaggiare in mare per lunghi periodi, lontano dagli affetti dei propri cari.  Il 96% dei marittimi afferma di avere ora accesso a Internet, il 6% in più rispetto al 2021. E il 70% degli intervistati dichiara di fruire del servizio in modo totalmente gratuito: la percentuale è aumentata del 15% rispetto al 2021 e del 23% rispetto a quattro anni fa. Soltanto l’1% ei marittimi non ha accesso a internet o alla posta elettronica.

Sostanzialmente, dal 2021 a oggi è nettamente migliorata la percezione che i seafarer hanno del proprio lavoro. L’indagine evidenzia che poco più della metà dei marittimi consiglierebbe una carriera in mare ai propri figli mentre il 70% dei marittimi è soddisfatto della propria vita di marittimo. La maggior parte dei marittimi prevede di smettere di navigare tra i 56 e i 65 anni. In media i marittimi filippini desiderano andare in pensione prima del loro colleghi europei.

Migliora anche l’opinione generale che i marittimi hanno del proprio datore di lavoro. Nel 2023, l’80% degli intervistati ha dichiarato che probabilmente consiglierebbe volentieri a un amico di lavorare per il proprio datore. Nel 2021, la percentuale era al 72%.

Infine, destano ancora preoccupazione i fenomeni di discriminazione razziale, sessuale. Il sondaggio rivela come nel 2023 un marittimo su venti sia stato vittima  di atti di bullismo. Il 4% degli intervistati ha dichiarato di essere stato discriminato a causa della propria razza e l’1% dei soggetti campionati ha ammesso di aver subito molestie sessuali. Le percentuali sono sostanzialmente rimaste inalterate rispetto all’ultimo sondaggio pubblicato dalla società nel 2021.

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