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Finanziamenti navali

In Cina il leasing è a prova di tempesta

di Redazione Port News

Lo shipping è un settore cosiddetto “capital intensive” che richiede un elevato fabbisogno di capitali freschi per il finanziamento delle proprie attività.

Il calo delle tariffe di trasporto dei container registrato in questi ultimi mesi potrebbe oggi mettere alle corde un numero crescente di compagnie di navigazione, aumentando il rischio di crediti deteriorati anche per le società di leasing navale, che supportano la crescita della flotta mondiale con forme alternative di finanziamento.

Ma non tutte si trovano nella stessa condizione. Quelle cinesi, ad esempio, non hanno subito, perlomeno sino ad ora, alcun contraccolpo negativo dalla crisi in atto.

A certificarlo è Fitch, in un report nel quale mette a nudo la composizione degli asset detenuti dai quattro principali rated chinese lessor: ICBC Financial Leasing; Bank of Communications Financial Leasing; China Development Bank Financial Leasing e CSSC Shipping Company Limited.

L’agenzia di rating riporta come questi istituti abbiano una esposizione al settore dello shipping compresa in una forbice che va dall’11 al 33% del portafoglio di leasing complessivo. Le loro attività sono quindi ben diversificate e questo le mette in condizione di non essere impattate eccessivamente dalle dinamiche di mercato del settore.

Tra quelli presi in esame CSSC HK Shipping è l’unico locatore cinese valutato da Fitch ad essere esclusivamente coinvolto in attività di leasing navale. Si tratta del braccio di leasing finanziario di China Shipbuilding Group Corporation, la conglomerata di costruzioni navali di proprietà statale. “Il suo modello di business la espone alla ciclicità del settore marittimo ma il suo portafoglio di navi risulta essere diversificato e questo attenua i rischi associati” scrive Fitch.

Di fatto, le esposizioni navali delle società di leasing finanziario valutate dall’Agenzia di Rating risultano essere ben diversificate tra le varie tipologie di navi. Le portacontainer interessano circa l’8%-33% delle loro attività di noleggio (o l’1%-11% del totale dei portafogli di leasing), mentre il resto comprende principalmente navi petrolifere, gasiere e portarinfuse.

“Riteniamo che l’elevato livello di diversificazione dovrebbe attenuare gli effetti dei cicli economici” si legge nel report. “Alcuni di questi locatori hanno un certo numero di navi in ​​costruzione da consegnare nei prossimi due anni. Tuttavia, effettuano di solito gli ordini allegando a questi ultimi contratti di leasing già firmati, in modo tale da garantirsi tassi di utilizzo costanti della flotta”.

Per Fitch è probabile che l’impatto del calo delle tariffe di trasporto sugli interessi e sul reddito da locazione sia minimo perché i contratti di locazione navale sono generalmente a lungo termine, con tassi di locazione per lo più fissi. “Inoltre, negli ultimi due anni i locatori hanno notevolmente migliorato le proprie posizioni di cassa, rafforzando la loro sostenibilità finanziaria” conclude.

Secondo i dati aggiornati al 2021 dell’ultimo report di Petrofin Bank Research pubblicato a Settembre, le prime 40 banche al mondo attive nello shipping controllano un’esposizione di 290,12 miliardi di dollari, circa 3 miliardi in più rispetto al 2020 (+1,12%). L’esposizione globale sale però a 500 miliardi di dollari se nel conto vengono incluse le attività di noleggio e le altre forme di finanziamento indiretto.

La ripresa è stata trainata principalmente dalle banche asiatiche e australiane, che hanno aumentato i loro portafogli da 100 a 114,75 miliardi di dollari e ora detengono il 39,5% del portafoglio di prestiti marittimi globali rispetto al 35% precedente.