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Interviste

Colloquio con Marcello Di Caterina

L’emergenza che può dare la scossa

di Marco Casale

Il Dl Rilancio? «Le misure si sono rivelate insufficienti a far fronte alle numerose difficoltà che stanno vivendo le imprese del settore di trasporto e logistica, così come le grandi aziende strutturate». A parlare è il vice presidente e direttore generale di ALIS Marcello Di Caterina, che a Port News esprime le proprie riserve sul nuovo provvedimento governativo pubblicato pochi giorni fa sulla Gazzetta Ufficiale.

«In questo periodo di crisi – dice Di Caterina – il comparto del trasporto e della logistica non si è mai fermato ma ha garantito al Paese la consegna dei beni di prima necessità, dei medicinali e degli apparati sanitari, consentendo alle famiglie italiane di poter restare a casa».

Oggi tutto il comparto si trova in forte difficoltà sul piano finanziario, operativo e burocratico: «Avevamo proposto alle Istituzioni alcune misure straordinarie facilmente applicabili, ma che non hanno trovato spazio nel nuovo Decreto» continua il dg di ALIS.

Il credito di imposta per la filiera del trasporto e della logistica pari al 40% dei costi operativi che sono stati e saranno sostenuti dalle aziende di questo settore nel 2020; l’estensione della moratoria bancaria anche alle grandi imprese per sopperire al fabbisogno di liquidità, poter riorganizzare i processi e pianificare la ripresa; le misure di sostegno all’industria dell’automotive per favorire il rinnovo del parco auto con vetture meno inquinanti: ecco alcune delle proposte che l’Associazione logistica aveva fatto recapitare al Governo nei giorni scorsi.

Certo, il Decreto legge ha anche introdotto elementi positivi per il settore, «come ad esempio il rifinanziamento delle misure incentivanti Marebonus e Ferrobonus per l’anno 2020, utili strumenti a favore dell’intermodalità, soprattutto per le grandi imprese».

Per Di Caterina sarebbe insomma uno sbaglio gettare il bambino con tutta l’acqua sporca, ma c’è un problema di visione globale «che ci aspettavamo fosse più ampia e strutturale, soprattutto considerando l’importanza fondamentale dei servizi svolti dal comparto trasporto e logistica per la vita quotidiana del popolo italiano».

Anche sui servizi di continuità territoriale andrebbe fatto un passo in avanti: «ALIS ha ripetutamente suggerito alle Istituzioni italiane di adottare il modello spagnolo, in base al quale lo Stato distribuisce l’ammontare previsto e stanziato direttamente agli autotrasportatori ed ai cittadini del territorio insulare, al fine di promuovere un sistema di libera concorrenza».

ALIS si occupa di mobilità sostenibile e di trasporto passeggeri a livello turistico e sta seguendo con molta attenzione le iniziative messe in campo per il rilancio di questo settore, che rappresenta circa il 14% del PIL nazionale ed incide inoltre per circa il 10% sul PIL europeo: «Siamo convinti che sia necessario agire per salvare il salvabile di una stagione estiva ormai gravemente compromessa. L’Italia, al contrario di altri Paesi che si affacciano sulla sponda del Mediterraneo, ad esempio Spagna e Grecia, sta scontando un evidente ritardo nella programmazione della ripartenza del turismo».

Per Di Caterina quest’ultimo è invece un settore che deve tornare ad essere competitivo ed attrattivo per poter fronteggiare l’inevitabile crisi di domanda generata dalla pandemia nonché le ulteriori conseguenze penalizzanti prodotte, ad esempio, dalle necessarie regole di distanziamento sociale, che non permetteranno in molte località il consueto turismo di massa.

L’Associazione, che nel mese scorso ha avviato un ciclo video conferenze con i principali attori dei sistemi regionali di Veneto, Sicilia, Lazio, Puglia, Campania e Sardegna, favorendo un confronto costruttivo tra il popolo del trasporto e della logistica e gli interlocutori pubblici dei territori di riferimento, sa che «la ripartenza del nostro Paese dipenderà molto anche dal sostegno effettivo dato alle imprese e ai lavoratori del nostro settore».

La sburocratizzazione delle pratiche amministrative è un tema centrale che deve essere affrontato assieme a quello della  digitalizzazione nelle attività portuali e doganali, alla necessità di maggiore liquidità per le imprese; allo sviluppo dell’economia insulare e delle ZES e ZLS: «I procedimenti amministrativi del nostro Paese sono sempre estremamente macchinosi e non ci permettono di competere alla pari con il resto d’Europa sul piano della rapidità ed immediatezza».

Sotto questo punto di vista, il modello Genova «ci ha invece insegnato che quando si procede in maniera coesa e quando si hanno gli strumenti giuridici giusti è possibile costruire infrastrutture strategiche. Ritengo sia un modello di efficienza della pubblica amministrazione, nonché una prova che se le cose si vogliono fare, si possono fare».

Per Di Caterina questa Fase 2 deve essere una fase di rilancio per le  imprese che saranno chiamate, oggi più che mai, a competere su uno scenario internazionale molto complesso: «L’Italia è certamente un Paese dove le situazioni di emergenza fanno da acceleratori a processi e mi auguro che l’emergenza Covid-19, che sta mettendo in risalto i punti di forza ed i punti di debolezza del nostro Paese, possa anche rappresentare un’opportunità affinché si pianifichi oggi su quali infrastrutture strategiche e su quali modelli organizzativi puntare per un vero rilancio».