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Focus

Tempi di burrasca per il trasporto container

Nell’occhio del ciclone

di Redazione

Dopo l’aumento marginale (dello 0,2%) di due mesi fa, il livello delle tariffe dei contratti di trasporto container via mare ha registrato ad Ottobre un netto calo del 2,6%.

Lo dicono le ultime rilevazioni di Xeneta, che portano la società di analisi a confermare i propri sospetti: lungi dal rappresentare una vera e propria inversione di tendenza, i dati di Settembre avevano soltanto momentaneamente arrestato il declino in corso.

La realtà è che, almeno per il momento, non è prevista alcuna ripresa per il mercato. Anzi, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare di qui a maggio, in vista della nuova tornata delle negoziazioni. Dato il valore dei noli sul mercato spot, i caricatori potrebbero infatti avere tutto l’interesse a strappare accordi contrattuali più ambiziosi con i vettori, costringendoli di fatto a rinegoziare le tariffe su livelli nettamente inferiori rispetto a quelli attuali.

Xeneta fa però osservare che molto probabilmente il mercato non seguirà lo stesso trend osservato nel 2022. L’anno scorso l’indice XSI archiviò il mese di Ottobre con un calo dello 0,6%, iniziando a discendere una china che avrebbe portato le tariffe a calare del 14,6% a Gennaio, sino a toccare il fondo a Maggio, con un tonfo su base mensile del 27,5%.

“Il sentiment di mercato di allora era molto diverso da quello attuale” afferma l’analista di Xeneta, Emily Stausbøll. “Se nel 2022 i tassi spot avevano valori nettamente inferiori alle tariffe long-term nei trade verso la costa occidentale degli Stati Uniti e superiori (di quasi il doppio) nei trade da e per l’Europa, oggi risultano essere inferiori di appena il 10% nei trade da e per la east coast degli USA e più bassi del 51,4% nei collegamenti da e per il Nord Europa”.

La società di analisi ne desume che a Gennaio le tariffe scenderanno a livelli anche maggiori rispetto a quelli osservati nello stesso mese dell’anno scorso ma il mese di maggio vedrà probabilmente un calo meno marcato rispetto a quanto visto nel 2022.

Guardando all’andamento dei contratti più da vicino, Xeneta rileva come quasi tutti i sotto-indici analizzati abbiano subito una flessione nel periodo di riferimento. I contratti per le importazioni in Europa sono stati gli unici ad aver fatto registrare un incremento su base mensile (3%), grazie soprattutto alle ottime performance registrate in alcuni traffici minori: come quelli provenienti dall’Australia, dalla Nuova Zelanda e dalla costa orientale del Sud America.

I livelli degli accordi per trasporti in export risultano invece essere in flessione dell’11% rispetto a Settembre. A trascinare verso il basso questo sotto-indice gli scambi commerciali dal Nord Europa alla Cina: tolte le spese di gestione dei terminal (THC), la media delle tariffe valide a lungo termine ha toccato valori inferiori ai 100 dollari a FEU.

Il sotto indice relativo alle importazioni negli USA è calato del 3,4% su base mensile. Un dato tutto sommato non catastrofico, soprattutto in considerazione del livello attuale a cui viaggiano i tassi spot.  Il trade dove i vettori sono riusciti a tamponare maggiormente le perdite, grazie ad una virtuosa capacità di gestione della flotta, è sicuramente quello transpacifico, che ha visto le tariffe calare soltanto del 18,2% su base annuale. Si tratta di un decremento percentuale nettamente inferiore a quello fatto osservare in altri trade, come quelli dal Far East alla Costa east degli USA e quelli dall’Estremo Oriente al Mediterraneo e al Nord Europa: in questo caso i noli sono calati su base annuale di una forbice compresa tra il 55% e il 78,1%.

Il sotto-indice delle esportazioni è calato dell’1,2% ad Ottobre ed è del 19,7% inferiore rispetto ai valori dell’anno scorso. Si tratta del decremento annuale più basso osservato su un sotto-indice. In questi trade, i valori tariffari non sono saliti così in alto così così come osservato altrove, il che significa che hanno avuto hanno avuto minori margini di ribasso.

Risultano in netto calo anche i livelli dei contratti per le esportazioni dal Far East, in diminuzione mese su mese del 6,9% e del 75,1% rispetto ad Ottobre del 2022. Si tratta per questo sotto-indice della flessione maggiore mai registrata da Febbraio dell’anno scorso.

Del pari, il sotto-indice delle importazioni è calato del 6,2% su Settembre. Le rate di nolo in questi trade sono ora più alte di appena il 9% rispetto ai livelli del 2017, anno in cui è stato istituito l’indice XSI.

Nel frattempo c’è da rilevare che il declino sembra essersi momentaneamente arrestato sui noli spot, che secondo i dati di Drewry risultano anzi in aumento del 5% su base settimanale.

La settimana scorsa, il Drewry World Container Index, che monitora i noli container sulle otto principali rotte da e per Stati Uniti, Europa e Asia, ha raggiunto i 1406 dollari per il trasporto di un container da 40piedi, dopo il calo del 2% fatto registrare nella settimana precedente.

A crescere di più i noli sul trade Shanghai – Los Angeles, aumentati dell’11%, a 2175 dollari a FEU.  Similmente, le rate sulla Shanghai – Rotterdam sono aumentate del 4%, a 1048 dollari a FEU. In aumento, anche, i noli sul trade Shanghai – New York (+3%), attestatisi a 2616 dollari a FEU. Infine, le rate tra Shanghai e Genova sono aumentate dell’1%, a 1359 dollari a FEU.

“Le tariffe di trasporto dei container si stanno leggermente riprendendo ma le prospettive a medio termine sono ancora terribili a causa del numero record di nuove navi che saranno consegnate di qui ai prossimi mesi” afferma Christian Roeloff, ceo e fondatore della piattaforma XChange. In presenza di una scarsa domanda  di mercato, l’eccesso di stiva rappresenta una seria preoccupazione per i vettori e, sempre secondo Roeloff, la decisione di Maersk di tagliare di qui a fine 2024 3500 posti di lavoro dopo i 6500 licenziamenti e prepensionamenti del 2023, è una chiara conseguenza della difficoltà economiche del momento.

“Dopo anni di profitti stratosferici, alla prima trimestrale leggermente negativa, licenziare in blocco per tagliare i costi (rinunciando a personale su cui tanto hai investito per formarlo), a me non sembra né sano, né serio” ha affermato in un post pubblicato su linkedin, il vice presidente di Conftrasporto Gian Enzo Duci.

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