La delibera 69/2025, ovvero il nuovo schema di regolazione dell’ART nell’ambito delle procedure delle concessioni demaniali, tanto criticato dalle Associazioni di categoria ma anche dalla stessa Assoporti, non è il mantra. Il regolamento potrà essere rivisto, nell’auspicio di un dialogo costruttivo con tutti gli stakholder, da promuoversi attraverso i canali di partecipazione previsti, ma non ci sarà alcuna marcia indietro sulla legittimità del testo.
E’ questa, in estrema sintesi, la posizione assunta dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti, che in una nota pubblicata stamani su il Secolo XIX, ha rivendicato la correttezza del suo operato e l’importanza del ruolo che svolge.
Per l’ART non esiste infatti alcuna sovrapposizione di competenze con le Autorità di Sistema Portuale e il Ministero delle Infrastrutture.
«Le prerogative di regolazione economica e vigilanza sono affidate a un soggetto terzo e indipendente – l’Art – per assicurare trasparenza, imparzialità e tutela dei diritti degli utenti» afferma il presidente dell’Authority di regolazione dei trasporti, Nicola Zaccheo, che sottolinea come l’ART svolga sia attività di regolazione ex-ante, come la validazione dei Piani economico-finanziari (Pef) e la definizione degli schemi per una loro omogenea compilazione nonché degli schemi dei bandi di gara, sia di monitoraggio “ex post”, volto a verificare il rispetto degli atti regolatori e dei risultati attesi.
“Nel quadro di tali attività, l’Autorità, analogamente ad altri settori dei trasporti, può formulare proposte di misure regolatorie che incidono sulla formulazione dei Pef, sulla durata delle concessioni (commisurata agli investimenti previsti), e inoltre proporre alle Amministrazioni competenti provvedimenti quali sospensione, decadenza o revoca, nei casi previsti dalla legge” afferma Zaccheo.