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Allarme di Container XChange

Panama, la siccità mette a rischio il commercio

di Redazione

Le restrizioni ai transiti introdotte sul Canale di Panama a causa della perdurante siccità che da tempo ne affligge i livelli delle acque potrebbero avere delle profonde ripercussioni sul commercio marittimo mondiale e, in particolare, statunitense, tanto da inficiare la capacità delle imprese di ricostituire le proprie scorte in vista della peak season natalizia.

Esprime forte preoccupazione il cofondatore e Ceo di Container XChange, Christian Roeloffs. “Nuove informazioni mostrano che la spesa dei consumatori statunitensi ha fatto registrare un deciso aumento nell’ultimo periodo, il che è positivo” ammette, aggiungendo però che “con il calo delle scorte e la prevista ripresa della domanda, il Canale di Panama, che trasporta il 40% del traffico di container dall’Asia all’Europa, subirà probabilmente una maggiore pressione”.

Dal Canale passa il 4% del traffico mondiale dei container. La permanenza dei limiti ai transiti sta creando dei colli di bottiglia all’ingresso dei due imbocchi. Al 23 Agosto erano oltre 130 le navi in attesa di entrare e uscire dall’importante via di collegamento tra l’Oceano Atlantico e Pacifico.

Allo stato attuale, la Port Authority sta accettando un numero limitato di prenotazioni per il passaggio nelle chiuse Panamax, 14 in totale contro i 24 disponibili in situazioni standard. Mentre le misure non impattano sulle chiuse Neopanamax, dove è invece mantenuta la media regolare di 10 transiti al giorno.

“Con l’allungamento delle code, i tempi di attesa sono aumentati fino a raggiungere un picco di 21 giorni, introducendo ritardi significativi nei tempi di consegna della merce” affermano ancora gli analisti di XChange, sottolineando in particolare il ruolo strategico del Canale per i caricatori statunitensi. “Gli USA rappresentano il 73% del traffico del Canale” spiegano. In termini economici, si tratta di 270 miliardi di dollari merci.

Secondo XChange, misure quali la limitazione degli slot di prenotazione e gli adeguamenti ai requisiti di peso delle navi non faranno altro che aggravare l’arretrato esistente, allungando ulteriormente i tempi di attesa, con ripercussioni evidenti sui costi operativi sostenuti dalle compagnie di navigazione. Che si troveranno nella necessità di trovare rotte alternative, con un allungamento dei tempi di navigazione. E’ molto probabile, sempre secondo la società, che questi extra costi vengano scaricati dai vettori direttamente sulle imprese e sui consumatori finali.

Quantunque l’Estate stia volgendo al termine e ci siano non poche aspettative in merito all’avvicinarsi della stagione delle piogge, il processo di smaltimento delle navi oggi in attesa sarà lungo e dispendioso.

“Queste interruzioni della catena di approvvigionamento si ripercuoteranno su tutto il settore, con potenziali ricadute sui prezzi dei container. La continua congestione e la ridotta capacità di stiva costringeranno i caricatori a contendersi i limitati slot disponibili a bordo nave proprio mentre i blank sailing stanno tornando a interessare il trasporto marittimo di linea. La conseguenza immediata sarà quella di un incremento delle tariffe spot”  è il commento di Roeloffs. “La scarsa capacità disponibile delle navi sta spingendo i vettori a rivalutare le strategie di prezzo per compensare l’aumento dei costi e le incertezze. Di conseguenza, il tradizionale equilibrio dei prezzi dei container potrebbe subire aggiustamenti per far fronte alle sfide della congestione del Canale di Panama”. ha aggiunto, sottolineando come in questo momento sia ancora più necessaria una collaborazione tra le parti interessate.

“Un coordinamento e una comunicazione efficaci saranno determinanti per affrontare i molteplici effetti della congestione del Canale di Panama sulle rotte commerciali globali e sui prezzi dei container”.