Focus

Espansione a mare e infrastrutture ferroviarie

Piattaforma Europa, una terrazza sul porto di Livorno che verrà

di Marco Casale

Viste dall’alto, le due vasche di colmata appaiono oggi come un rettangolo sghembo collocato alle spalle del Terminal Darsena Toscana (TDT) ma rappresentano le fondamenta di un’opera che a breve consentirà a Livorno di consolidare la sua posizione a livello internazionale. Con i suoi 1.200 metri di banchina progettati, una profondità di 16 metri (elevabile a 20) e una superficie di 52 ettari, Darsena Europa è il progetto di espansione a mare col quale lo scalo marittimo labronico si ripromette di conquistare fette crescenti di traffico nel segmento dei container. Parte integrante di un piano più vasto chiamato Piattaforma Europa (prevede anche la realizzazione di un nuovo terminal Ro-Ro e di una Darsena Petroli, destinata ad accogliere le navi che trasportano prodotti petroliferi, allontanandole di oltre 2 km dal centro abitato rispetto alla situazione attuale), sarà realizzata in project financing, una forma di finanziamento che consente alle pubbliche amministrazioni di ricorrere a capitali privati per la realizzazione di progetti e infrastrutture ad uso della collettività.

Grazie al presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale Stefano Corsini, che ha sottoposto il progetto originario del 2015 a un corposo restyling (con la nuova Articolazione Temporale delle fasi di attuazione del Piano Regolatore del Porto), Darsena Europa ha oggi acquisito l’identikit di una infrastruttura concreta, realizzabile in tempi relativamente più brevi rispetto a quelli inizialmente previsti. Il cronoprogramma di realizzazione della prima fase è infatti stato ridotto dai circa nove a un totale in prospettiva di cinque anni, con termine 2022/2023. Il fattore tempo non è per nulla irrilevante. Il completamento del Terzo Valico, così importante per i porti liguri, è previsto proprio per quell’anno mentre il Gottardo sarà operativo due anni prima: l’obiettivo è quindi quello di dotare Livorno di un’infrastruttura che sia in grado di proiettarla verso quei mercati dell’Europa centro-orientale che diventeranno pienamente contendibili una volta aperti i nuovi valichi.

Uno dei punti di forza della “nuova” Darsena Europa è divenuto anche il suo costo complessivo, sceso dagli iniziali 667 agli attuali 467 milioni di euro (cui ne vanno sempre aggiunti altri 195 per l’allestimento del terminal). Risparmi notevoli in termini di costi e tempistiche resi possibili principalmente per due ragioni: da un lato il nuovo codice dei contratti pubblici, che offre diverse opportunità di ottimizzazione estendendo il limite del contributo pubblico all’interno dei contratti di partenariato pubblico-privato al 49% del totale (la soglia massima prima era pari al 30%); dall’altro le nuove normative sui dragaggi (Decreti Ministeriali nn. 172 e 173 del 15 luglio 2016) che consentono il refluimento a mare dei sedimenti dragati, facendo venire meno la precedente prescrizione del bilanciamento esatto dei sedimenti di escavo per il dimensionamento della nuova infrastruttura.

Due risultati sono già stati intanto raggiunti. Primo: nei prossimi giorni verrà aggiudicata la gara per “la progettazione preliminare e definitiva delle opere marittime di difesa e dei dragaggi previsti nella nuova prima fase di attuazione della Piattaforma Europa, compreso lo studio di impatto ambientale e la valutazione di incidenza ambientale”. Secondo: lo scorso 7 maggio è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la gara per l’affidamento dei lavori e dei servizi per l’esecuzione delle indagine geognostiche, geofisiche ed ambientali relative alla progettazione della piattaforma, propedeutica alla deperimetrazione delle aree a mare dai Siti di interesse nazionale (SIN). Quest’ultimo è un passaggio fondamentale che consentirà di semplificare le procedure oggi necessarie per avviare le attività di dragaggio. L’obiettivo è quello di arrivare entro la fine dell’anno con la redazione di un progetto definitivo delle opere di difesa e dei dragaggi pronto per l’appalto. Quasi contemporaneamente rispetto all’affidamento della progettazione, l’Authority comincerà a ragionare sulle strategie per individuare il privato che dovrà occuparsi di realizzare e gestire il terminal container.

All’espansione a mare del porto labronico si accompagna poi un’altra partita, che si gioca a terra: anche i sassi sanno che tutte le potenzialità di questo scalo marittimo sono racchiuse in quel fazzoletto di terra che segna il confine tra la Piana di Pisa e le Colline livornesi e che si estende su una vasta superficie posta a nord della provincia di Livorno. Il Triveneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna sono dietro l’angolo e gli investimenti ferroviari realizzati consentono oggi a Livorno di avere un collegamento diretto con la Tirrenica.

Non è un mistero che il futuro dello scalo della città dei Quattro Mori corre sui binari. Come ha già avuto modo di ricordare Maurizio Gentile sulle colonne di Port News, gli interventi progettati da RFI faranno di Livorno uno snodo fondamentale nell’impegno a favore dell’intermodalità: la programmazione di un Piano del Ferro congiunto per i due porti (in connessione con i nodi interportuali e con la rete nazionale) è un impegno importante che il presidente Corsini ha inteso assumere ai fini di una redazione di un Piano Operativo Triennale degno di tale nome.

L’adeguamento tecnologico e infrastrutturale dell’Appennino tosco-emiliano (previsto nell’ambito del programma di Upgrading prestazionale del corridoio Scandinavo-Mediterraneo) consentirà inoltre ai porti dell’area tirrenica di convogliare una quota di traffico maggiore sulla ferrovia, utilizzando non solo lo Scan-Med ma anche il corridoio Baltico-Adriatico e quello Mediterraneo. L’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale non vuole farsi cogliere impreparata e intende operare per realizzare in tempi brevi tutti i collegamenti necessari: Scavalco Porto-Interporto; Interporto Collesalvetti/Vada, Piombino-Collesalvetti/Vada e bypass nodo Pisa. L’intenzione è quella di raggiungere entro i prossimi quattro anni gli interporti del Centro-Nord Italia, il Corridoio del Brennero e del Gottardo così come i mercati dell’Europea Centro Orientale, con particolare riferimento al traffico container high cube e all’autostrada viaggiante. La partita è appena iniziata e già si annuncia avvincente.

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