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Porti, il nodo dei comitati di gestione

di Redazione

E’ una questione di giorni, se non di ore. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti chiarirà presto, con un chiarimento formale, se i board della Autorità di Sistema Portuale possano essere costituiti anche in questa fase transitoria. Che ha visto i presidenti designati dal MIT insediarsi come commissari straordinari.

Diverse sono le Autorità di Sistema Portuale i cui comitati di gestione risultano essere scaduti, a cominciare da quella del Mar Ligure Occidentale (Genova, Savona) e da quella del Mar Tirreno Settentrionale (Livorno, Piombino). Ricostituirli nella fase commissariale potrebbe però essere pericoloso, dal momento che a norma di legge i componenti del board delle Port Authority decadono in caso di nomina di nuovo Presidente.

“E’ chiaro che una patologia si porta dietro un’altra patologia” afferma a Port News l’ex segretario generale dell’AdSP di Livorno, Massimo Provinciali. “Non si sarebbe creato il problema se i presidenti fossero stati formalmente nominati nei tempi previsti dalla legge, in modo da evitare l’anomalia dei commissariamenti” spiega. “Sarebbe bastato far partire per tempo le procedure e condurre ciascun procedimento indipendentemente dagli altri, evitando la pessima idea di un puzzle in cui tutte le tessere devono andare a posto contemporaneamente”.

Ciò premesso, “poiché il Comitato di gestione è organo indipendente, non ci vedo niente di male nel fatto che, se scaduto, sia ricostituito nelle more della nomina del Presidente, fino alla quale sarà presieduto dal Commissario (che peraltro, ormai, ha i poteri appunto del Presidente e non più poteri limitati)” dichiara ancora Provinciali, sottolineando quindi come non si applichi in tali casi la previsione dell’art.9, comma 2, della legge 84/94.

I motivi per non farlo sono tre: in primis, “il ritardo nella nomina del presidente non è imputabile ad alcuna causa oggettiva”; in secundis: “non si può correre il rischio di lasciare l’ente senza organo deliberante”; infine, “⁠se il commissario è il presidente in pectore, il problema è solo formale”.

“Certo – conclude Provinciali – il candidato designato potrebbe essere non nominato, ma la politica deve trovare risposte e non rifugiarsi nei cavilli della legge a discapito della funzionalità dell’ente”.