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Analisi di Xeneta

Stretto di Hormuz, nuova miccia per i traffici globali

di Redazione

Continuano a calare le tariffe di trasporto marittimo di container sui trade impattati dalla crisi mediorientale. Nel proprio report Drewry sottolinea come i noli spot sui servizi di collegamento tra Shanghai e Rotterdam e tra Shanghai e Genova  siano entrambi diminuiti questa settimana del 2% rispetto a quella precedente, attestandosi rispettivamente a 2989 dollari e a 3.577 dollari a FEU.

Il sequestro della MSC Aires nello Stretto di Hormuz ha sicuramente contribuito a rendere ancora più instabile la navigazione nei trade tra l’Asia e il Nord Europa e tra l’Asia e il Mediterraneo, con ripercussioni negative anche sui traffici regionali nel Mare Arabico, dove si trovano due tra i più importanti porti container dell’area: lo scalo portuale di Mina Khalifa e quello di Jebel Ali, a Dubai,  da cui transita il 4,6% del traffico mondiale di merce containerizzata.

I dati di Xeneta mostrano come nei collegamenti tra Shanghai e Jebel Ali le tariffe spot siano aumentate dell’87% su base annuale, raggiungendo i 3132 dollari a FEU. Un incremento significativo largamente dovuto alla crescente tensione nella regione e all’intensificarsi delle ostilità tra Israele e Hamas.

“I prezzi su questo traffico hanno continuato a salire, raggiungendo i 3.300 dollari lo scorso 15 gennaio prima di ridiscendere a 2.300 dollari USA a FEU entro la metà di febbraio, quando i servizi di trasporto marittimo hanno iniziato a normalizzarsi rispetto alle deviazioni sul Mar Rosso” scrivono gli analisti di Xeneta, che aggiungono: “Oggi il mercato spot ha reagito ancora una volta alle recenti crescenti tensioni politiche, aumentando del 32% tra il 22 marzo e il 17 aprile, sino a raggiungere i 2.849 dollari per FEU”.

Sebbene il sequestro della MSC Aires debba essere considerato come un fatto isolato, trattandosi di un attacco mirato dell’Iran contro gli interessi israeliani, lo Stretto di Hormuz potrebbe diventare al pari di Suez un altro chokepoint rilevante per il traffico marittimo di container.

Citando Container Trades Statistics, Xeneta fa osservare come nel 2023 siano entrati da Hormuz 5,5 milioni di TEU (il 56% delle importazioni complessive del Medio Oriente), mentre 2,9 milioni di TEU  sono stati esportati verso le destinazioni di tutto il mondo.

L’incidente della MSC Aires potrebbe inoltre avere un impatto potenzialmente negativo sui corridoi terrestri che collegano i porti container di Jebel Ali, negli Emirati Arabi, e quelli di Dammam e Jubail, in Arabia Saudita, con il porto di Jeddah nel Mare Rosso. Si tratta di un ponte terrestre che ha acquisito un’importanza strategica a seguito dello scoppio della crisi nel Mar Rosso, essendo stato utilizzato da diverse compagnie di navigazione (vedi Hapag lloyd) come rotta di emergenza per raggiungere Suez senza dover far transitare le proprie navi attraverso il Mar Rosso e il Golfo di Aden.

“Ma se i corridoi marittimi attraverso lo Stretto di Hormuz dovessere essero compromessi – è il ragionamento di Xeneta, anche questa rotta cessere di essere un’opzione percorribile”.

La crisi nell’area arabica potrebbe inoltre avere ripercussioni negatiuve anche sulle soluzioni logistiche mare-aria. Se i container non riuscissero più a raggiungere i porti del Golfo Arabico, non potrebbero più essere trasferiti all’aeroporto di Dubai per l’inoltro verso l’Europa e il Nord America.

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