Focus

Studio dell'UE

Un mare di carta nello shipping

di Nedo Zacchelli

Internet of things, automatizzazione dei terminal, navi a guida autonoma: la quarta rivoluzione industriale è ormai alle porte ma il trasporto marittimo sembra essere rimasto ancora fermo all’età della pietra, pardon, della carta.

Lo dimostrano i dati emersi da uno studio della Commissione Europea intitolato “State of play and barriers to the use of electronic transport documents for freight transport”, secondo cui la gestione digitale dei documenti nell’ambito delle varie modalità di trasporto rimane una pratica pressoché marginale.

Il report, commissionato alla società di consulenza ECORYS, allo studio legale Grimaldi e all’Institute of Shipping Economics and Logistics, ha preso in considerazione soltanto i documenti relativi alle attività di trasporto, non comprendendo nell’analisi la trasmissione di dati e informazioni doganali o di controllo sulla merce.

Il risultato che emerge è sconcertante: se nel comparto aereo solo il 40% dei documenti è trasmesso in formato digitale, in quello ferroviario la percentuale si assottiglia al 5%, mentre nella modalità marittima e multimodale la carta la fa ancora da padrona quando c’è da produrre e trasmettere la documentazione che accompagna le merci (DDT o documento di trasporto; lettera di vettura internazionale o CMR; Certificato per la sicurezza del trasporto di merci pericolose o ADR; etc).

Nel report si precisa che nel settore aereo gli operatori sono riusciti a raggiungere risultati soddisfacenti soprattutto grazie alla maggiore concentrazione del mercato, alla presenza di un minor numero di autorità di controllo e al più elevato livello di internazionalizzazione della sua industria, mentre il trasporto marittimo sconta i maggiori ritardi a causa sia della frammentazione delle procedure e delle autorità di controllo, sia della scarsa fiducia circa l’autenticità della documentazione digitale da parte delle banche e delle assicurazioni.

Gli studiosi prevedono che in questa modalità di trasporto non si vedranno risultati tangibili prima del 2030, e comunque anche per allora il passaggio completo alla documentazione digitale sarà limitato solo al 5% dei casi.

L’interfaccia unica marittima europea (European Maritime Single Window Environment) contribuirà sicuramente alla diffusione del digitale, agevolando la trasmissione elettronica delle informazioni in relazione agli obblighi di dichiarazione per le navi in arrivo, in sosta o in partenza da un porto dell’Unione, ma occorrerà che venga inserita in un quadro di riferimento regolatorio esteso e soprattutto vincolante per gli Stati membri e le autorità di controllo, altrimenti rischia di produrre impatti limitati anche negli anni a venire.

Secondo lo studio, la produzione di documentazione cartacea, oltre a essere maggiormente soggetta a errori, comporta un costo annuo totale a livello europeo di 7,9 miliardi di euro, dovuto in buona parte al maggior carico di lavoro richiesto per processare e gestire l’informazione non digitalizzata.

È questo il motivo per cui l’Unione Europea si è posta l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di sistemi IT interoperabili fra tutti i Paesi europei e di incrementare l’accettazione di sistemi informatizzati di scambio documentale, anche con riferimento al settore bancario e assicurativo.

I vantaggi derivanti da questo processo sarebbero consistenti: per l’Ue, una completa armonizzazione delle procedure di interscambio documentale significherebbe 27,3 miliardi di euro di benefici netti, come risultato di 12 miliardi di benefici sociali (incluse le esternalità sull’ambiente), e ben 19 miliardi di minori costi per le imprese.

I benefici calcolati compenserebbero di gran lunga i 4,7 miliardi di oneri di adeguamento e di transizione al digitale per gli stakeholder privati coinvolti e i 268 milioni di euro per l’adeguamento delle autorità pubbliche.

Non sorprende quindi che la digitalizzazione rientri tra le priorità riferite al settore dei trasporti per la prossima programmazione 2021-2027, con la prospettiva di un incremento dei fondi stanziati per questo obiettivo.

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