© Luigi Angelica
Interviste

Colloquio con Alessandro Ferrari

Comunicazione in terapia intensiva

di Marco Casale

Sospensione per 12 mesi dei contributi INPS e IRPEF; annullamento dell’addizionale IRES per i concessionari art. 18 e per le imprese autorizzate art. 16; e congelamento e azzeramento dei canoni concessori dal 31/12/2020.

Sono solo alcune delle richieste che l’Associazione Italiana dei Terminalisti Portuali ha rivolto ai Ministeri competenti – anche per il tramite di Confetra – per far fronte all’emergenza Coronavirus.

«Più che richieste, sono bisogni»  ha detto a Port News Alessandro Ferrari, che non nasconde le proprie preoccupazioni per una situazione su cui all’inizio in molti avevano espresso scetticismo ma che ora è diventata critica: «Il problema c’è ed è reale: se è vero che il Paese nel suo insieme accusa già danni tangibili nel settore dei passeggeri e in quello della movimentazione delle merci, occorre passare dalle parole ai fatti e fare sintesi su temi di comune interesse: tutti si rendono conto finalmente oggi di quanto la supply chain della logistica sia connessa al tessuto produttivo e al mondo dei servizi».

Il DG di Assiterminal considera prioritari per il settore interventi di carattere economico e finanziario non più rinviabili: «Lo stiamo chiedendo tutti e dobbiamo continuare a farlo insieme: le misure vanno dall’abbattimento dei canoni all’azzeramento per 12 mesi delle accise gravanti sui combustibili usati dai mezzi operativi portuali, dal rinvio del pagamento delle rate dei mutui finanziari accesi dalle imprese concessionarie alla non debenza per il nostro settore dei contributi all’ART».

Insomma, «è necessaria una forte iniezione di liquidità per un settore che a causa dell’emergenza Covid-19 e di altri deficit non risolti sta soffrendo più di altri questo drammatico inizio d’anno».

Ferrari afferma inoltre di condividere pienamente il punto di vista di Spediporto sulla necessità di semplificare le procedure amministrative, non solo tra pubblico e privato ma anche tra privati: «L’amico Gianpaolo Botta ha ragione da vendere: se vogliamo ridurre al minimo i rischi di contagio dobbiamo abbandonare una volte per tutte il cartaceo e puntare sulla digitalizzazione dei varchi portuali, sull’attivazione di fascicoli elettronici per tutte le PA addette ai controlli in porto e sulla diffusione dello svincolo elettronico degli ordini di consegna. Sono misure di buon senso, che ci eviterebbero non pochi problemi: come Associazioni dobbiamo mostrare maturità e agire per l’interesse generale».

Il settore portuale avrebbe poi bisogno di direttive chiare e univoche da richiamare in ogni porto: «Nelle ultime settimane siamo rimasti incollati al telefono per parlare con i vari Usmaf regionali: ogni Regione si è dotata di regole proprie, spesso diverse tra di loro. Bisogna far capire a chi di dovere che un sistema come il nostro non collassa soltanto se calano i volumi di traffico ma anche e soprattutto se manca una comunicazione univoca sulla materia: bisogna rifuggire dalle informazioni distoniche».

Il DG di Assiterminal apprezza lo sforzo che la politica e le associazioni di categoria stanno compiendo in questi giorni per fare sistema: «Confetra in primis sta facendo molto per cercare di muoversi in sinergia con Confindustria e Confcommercio e ritengo che i primi risultati stiamo cominciando a vedersi»; ora occorrerebbe un ulteriore sforzo da parte del Governo e dei Ministeri e una migliore capacità comunicativa e di sintesi basata sul rispetto dei normali criteri di crisis management: «Abbiamo tutti appreso con soddisfazione che le merci in Italia non sono soggette a limitazioni di sorta ma sul tema ci sono ancora molti interrogativi cui non è ancora stata data una risposta.  Il settore ha bisogno di avere indicazioni chiare e uniformi per tutti i porti».

Ferrari conclude le sue riflessioni rivolgendo a chi di dovere un appello accorato: «Facciamo capire alla clientela internazionale che il nostro Paese non è in quarantena. I porti sono aperti! Aiutateci a comunicarlo a chi oggi preferisce evitare l’Italia, come se fosse un lazzaretto. Noi possiamo e dobbiamo rialzarci, tutti assieme».

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