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Le Associazioni annunciano tariffe extra anche a Livorno e Vado Ligure

Congestion fee, è guerra tra terminalisti e autotrasportatori

di Redazione

Dopo Genova, La Spezia e Marghera, anche Vado Ligure (16 giugno) e Livorno (1 luglio) avranno un sovrapprezzo per l’autotrasporto di container da e per i porti. Lo hanno annunciato nei giorni scorsi le varie Associazioni di Autotrasporto alle singole Autorità di Sistema Portuali e alle committenze.

La port fee sarà applicata a tutti i viaggi in risposta ai rallentamenti, alle attese e ai problemi di congestione nei porti di interesse, che si troveranno così al centro di una nuova vertenza tra gli autotrasportatori e gli operatori terminalistici.

A Livorno il caso era scoppiato lo scorso maggio, quando la Fita-Cna, una delle Associazioni di autotrasporto presenti in Toscana, aveva apertamente denunciato la situazione di difficoltà operativa presso il Terminal Darsena Toscana, sottolineando come le attese ai varchi e nelle aree operative fossero arrivate a superare le tre, quattro ore.

“Navi, picchi di lavoro, guasti, manutenzioni, vento o altri disservizi non devono ricadere sulle nostre imprese. Il nostro mestiere è trasportare merce per conto di un cliente, e se i costi aumentano, aumenterà il prezzo del servizio” aveva dichiarato il coordinatore di Cna Trasporti, Alessandro Longobardi, giustificando quindi l’introduzione di un’extra tariffa per sostenere i costi dovuti ai ritardi di carico, scarico ai terminal container.

Della questione è tornata a parlare ieri Assiterminal.  “Si stanno riproponendo, su iniziativa di alcune sigle del mondo dell’autotrasporto, iniziative volte alla determinazione di penali economiche a carico della merce in considerazione di “ordinarie gravi criticità” riscontrabili nei “cicli operativi camionistici” afferma l’Associazione.

“Vorremmo evidenziare intanto che la vicenda ci pare già disciplinata dalla recente introduzione della norma sull’extra-time fee del DL infrastruttura che, peraltro, necessiterebbe di alcuni accorgimenti per evitare rischi di incostituzionalità: motivo per cui abbiamo proposto un emendamento specifico” premette.

SAssiterminal ha evidenziato che “le Autorità di sistema portuale ben possono adottare atti di regolazione e/o controllo finalizzati a garantire livelli di prestazione (dei committenti, dei vettori e dei terminal) nel rispetto delle norme sulla qualità della regolazione previste a livello OCSE e UE”, e che l’attività regolatoria dovrebbe seguire un iter preciso che include la raccolta delle istanze da parte delle associazioni di autotrasporto; la verifica della loro oggettività; l’esperimento di un’analisi di mercato volta a individuare la “distanza” tra l’esigenza e il mercato; l’individuazione delle misure volte a sanare la suddetta distanza (verifica di idoneità); la verifica di proporzionalità delle misure (ossia assenza di misure alternative meno lesive della libertà d’impresa).

“Non ci risulta che, ad oggi, la maggior parte delle Autorità abbia posto in essere l’adeguata istruttoria sopra descritta ed abbia intrapreso conseguenti azioni attraverso gli strumenti appropriati” dichiara Assiterminal, che aggiunge: “Notiamo invece il susseguirsi di iniziative sui singoli territori, frammentate se non a volte addirittura rivolte a specifici operatori; iniziative comunque unicamente focalizzate sulle dinamiche operative dei porti e non sulla filiera, con l’evidente rischio di strumentalizzazioni e di alimentare una non trasparente competitività del sistema nel suo insieme”.

L’Associazione rileva come l’evoluzione dei PCS e dei sistemi di prenotazione degli slot utilizzati da buona parte degli operatori portuali consenta già oggi una pianificazione di ritiri e consegne al netto delle problematiche che l’autotrasportatore vive, sulla sua pelle, nell’intero ciclo del suo viaggio (rapporto e dinamiche negoziali tra committenza e caricatore, criticità infrastrutturali …).

“I terminal – dice – sono “uno” dei gangli della filiera logistica: che si tenda troppo spesso a individuarli come “la” causa di eventuali disfunzioni di sistema non ci sta bene”.

“E’ ovviamente nell’interesse dei terminalisti che i flussi logistici siano ordinati e regolari e Assiterminal, come le altre associazioni del settore, vuole essere un interlocutore sempre disponibile a migliorare fattivamente l’efficienza della logistica portuale, senza penalizzare l’utenza con ulteriori aggravi di costi, soprattutto in un contesto in cui gli extracosti sulla merce si sommano per motivi ben diversi dall’operatività portuale italiana” conclude l’Associazione.

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