Potrebbe scatenare un vero e proprio terremoto la sentenza con la quale la sezione lavoro del Tribunale di Venezia, accogliendo il ricorso dei lavoratori del terminal Tiv, ha stabilito di fatto che la retribuzione dei giorni di ferie non possa essere inferiore alla paga ordinaria.
La sentenza potrebbe avere come effetto quello di costringere il terminalista a pagare gli arretrati dal 2007, e potrebbe creare un vero e proprio precedente, aprendo ad altre vertenze per la rivendicazione di integrazioni salariali, con ricadute pesante sulle imprese, che potrebbero trovarsi costrette a pagare spese aggiuntive non computate in bilancio.
In una nota stampa, la Sezione terminal operators di Confindustria Genova ha espresso la più viva preoccupazione per la situazione che si sta generando nelle imprese portuali genovesi, riferita alla possibile apertura di un contenzioso da parte dei dipendenti per rivendicare integrazioni retributive nel trattamento delle ferie con decorrenza dal 2007.
Secondo i terminalisti portuali genovesi guidati da Luca Becce il contratto collettivo nazionale lavoratori dei porti potrebbe addirittura saltare e molte imprese si troverebbero in difficoltà a pagare 18 anni di arretrati. “Il trattamento retributivo delle ferie è disciplinato in modo chiaro dall’art. 11 del contratto collettivo nazionale dei lavoratori dei porti” sottolineano, aggiungendo che le imprese si sono sempre attenute a questa norma, integrata dai contratti integrativi aziendali, per definire le competenze retributive del personale durante le ferie. “I principi differenziano la retribuzione indifferibile da erogare in ogni momento del rapporto di lavoro da situazioni in cui sia necessario riconoscere un disagio al lavoratore collegando la retribuzione all’effettiva presenza al lavoro” è la loro opinione.
I terminalisti genovesi lanciano pertanto un appello alle associazioni datoriali e alle organizzazioni sindacali responsabili della stipula del CCNL perché si pronuncino in difesa degli strumenti vigenti.