Interviste

Colloquio con Silvia Moretto

Il virus in Italia è la disorganizzazione

di Marco Casale

Troppi controlli ingessano i porti e la logistica, soprattutto se sono effettuati da uffici che si muovono a ranghi ridotti e che dovrebbero essere potenziati. A pochi giorni dalla diffusione in alcune zone d’Italia del Coronavirus,  per la Federazione Nazionale delle Imprese di Spedizione Internazionali (Fedespedi) il problema vero è quello di rafforzare gli uffici preposti ai controlli sulla merce.

A PortNews la presidente della Federazione Silvia Moretto spiega come l’emergenza legata al Covid-19 non faccia altro che acuire le criticità di sistema note da tempo. «Siamo davvero preoccupati» premette. «In Cina il blocco delle esportazioni legato al prolungamento del Chinese New Year si sta già traducendo in un calo dei volumi in importazione nei porti italiani. Le nostre aziende produttive hanno inoltre difficoltà ad approvvigionarsi di scorte e materie prime».

La lunghezza dei controlli si aggiunge come un fattore esiziale: «Tutto il personale degli uffici competenti è stato dirottato al controllo dei passeggeri in sbarco dalle navi da crociera o dai traghetti. Ne consegue che chi debba effettuare oggi i controlli alla merce si trovi sprovvisto di personale. I tempi si sono triplicati. Pensi che a Genova gli uffici sanitari preposti hanno un arretrato di mille pratiche. I porti sono pertanto congestionati a causa della lentezza con cui si procede a liberare le banchine dalla merce: ogni contenitore fermo in qualsiasi porto italiano ci costa 100 euro al giorno».

Mancano inoltre direttive unitarie su come affrontare l’emergenza. «Riscontriamo l’assenza di un’azione di coordinamento a livello centrale» si lamenta Moretto. «Sul controllo delle merci diversi porti stanno adottando  iniziative non coerenti con le disposizioni nazionali. Questa situazione sta mettendo in difficoltà le aziende e genera ulteriore incertezza. Proprio per questo abbiamo chiesto al Ministero di attivare una task force operativa che possa ricondurre a omogeneità i tanti attori che lavorano lungo la filiera e risolvere le principali criticità».

Per Silvia Moretto la situazione emergenziale che sta vivendo il Paese, a livello tanto logistico quanto produttivo, potrebbe diventare l’occasione per affrontare in modo coerente i numerosi dossier ancora aperti, a cominciare dalle opere infrastrutturali: «Approfittiamone per risolvere i problemi di cui soffre il Paese. Noi ci siamo e vogliamo fare la nostra parte».

Tags:
Torna su