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Gli effetti della pausa tariffaria

Le imprese cinesi tornano ad esportare negli USA

di Redazione

Nonostante l’attività manifatturiera cinese abbia fatto registrare a maggio la contrazione più marcata da settembre 2023, così come rivelato dal PMI manifatturiero di Caixin e S&P, nello stesso mese il sottoindice dei nuovi ordini in export è salito di 3 punti rispetto ad aprile, attestandosi a quota 47,5 punti.

Le imprese del Dragone stanno insomma ricominciando ad esportare merce negli Stati Uniti dopo l’annunciata tregua di 90 giorni sulle tariffe reciproche.

Gli esperti segnalano come questo indice agisca da indicatore fondamentale per l’intera economia manifatturiera, segnalando, in caso di discesa al di sotto della soglia dei 50 punti, una situazione di declino e contrazione dei nuovi ordini.

I 47,5 punti di maggio indicano comunque una prima inversione di tendenza rispetto alla contrazione registrata tra marzo (49 punti) e aprile (44,7).

“Quest’ultimo indicatore prospettico dell’attività commerciale e di spedizione dalla Cina suggerisce che l’attuale rimbalzo del volume delle spedizioni dalla Cina non durerà” afferma il managing director di Drewry, Philip Damas, che aggiunge: “Il settore marittimo ha recentemente registrato aumenti a due cifre delle tariffe di trasporto spot e contrattuali dalla Cina a maggio. Stimiamo che la domanda e l’offerta nel settore del trasporto marittimo di container siano aumentate notevolmente tra aprile e maggio”.

Secondo un altro esperto, Hanif Ajari, direttore export di Getz Pharma, l’aumento del PMI dei nuovi ordini di esportazione della Cina a 47,5 non è indicativo di una inversione di tendenza quanto di una temporanea pausa prima della ripresa della corsa verso il declino.

“Il recente aumento dei volumi di spedizione e delle tariffe di trasporto può sembrare incoraggiante, ma i segnali della domanda sottostante rimangono fragili. La vera resilienza del commercio non si basa su pause tariffarie temporanee o picchi dei tassi a breve termine, ma su una domanda globale sostenuta e sulla stabilità della catena di approvvigionamento” afferma.

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