Interviste

Colloquio con Mario Mattioli

Liberiamo i porti

di Marco Casale

«In Italia non è la logistica a non funzionare ma il vettore: i porti funzionano meno bene di quanto dovrebbero e subiscono la concorrenza degli scali del Northern Range». Lo afferma il presidente di Confitarma, Mario Mattioli, durante una video intervista a Port News in cui ha offerto un’analisi dettagliata dei mali di cui soffre il Sistema Paese.

Un’analisi non edulcorata da infingimenti o convenienze di natura politica, quella del n.1 della Confederazione Italiana Armatori: «Nell’ambito dell’Assemblea di Confetra, svoltasi nei giorni scorsi, è stato quantificato in 70 miliardi il gap della logistica. Questo significa che il sistema logistico dei porti italiani non riesce a garantire con puntualità l’approvvigionamento alle nostre imprese. La cosa ci deve far riflettere».

Dal punto di vista dei costi, per una azienda situata in Lombardia diventa ininfluente prendere un container direttamente da un porto del Nord Europa e scendere in Italia. «I porti gateway del Northern Range garantiscono infatti che tu possa andarti a prendere la merce nel momento stesso in cui ne hai bisogno». In Italia, invece, «abbiamo troppi colli di bottiglia. La portualità nazionale deve diventare più competitiva».

Mattioli  pensa alle grandi opere infrastrutturali che ancora mancano. «Occorre semplificare i procedimenti legati alla loro progettazione e successiva realizzazione. Dobbiamo anche lavorare coesi per lo sviluppo del territorio. Purtroppo l’alto grado di conflittualità di cui soffre il Paese e la farraginosità delle procedure allungano i tempi realizzativi in modo eccessivo».

Per il presidente di Confitarma si tratta di problemi che i 209 miliardi di euro promessi dall’Unione Europea non ci possono far superare: «Occorre che il popolo italiano abbia un rigurgito di orgoglio e che la nostra classe politica vari le riforme necessarie per eliminare gli ostacoli che zavorrano il Paese. I nostri amici del Nord Europa ci guardano con diffidenza. Non si fidano della nostra capacità progettuale, della nostra capacità di spendere le risorse che abbiamo per portare avanti i nostri obiettivi. E questo è per l’UE un elemento fondamentale».

Si tratta di fattori imprescindibili: «Dovremmo fare in maniera tale da essere europei senza andare troppo in deroga alla legislazione corrente: se per riuscire a realizzare in maniera fattiva ed economicamente vantaggiosa le grandi opere occorre riprendere le modalità realizzative prese a riferimento per il Ponte Morandi, ricostruito in tempi europei, dobbiamo poterlo fare, ma la deroga deve diventare la norma».

Quello di Mattioli è un richiamo alla politica: «Lo Stato deve funzionare in modo moderno. Non possiamo essere visti come un Paese dove non si investe perché i tempi dell’ingiustizia sono quelli che sono o dove la Pubblica amministrazione continua a vergare interventi normativi che non si capiscono».

I ragionamenti sviluppati dal numero uno di Confitarma si stagliano sullo sfondo di una situazione drammatica, di una crisi senza precedenti innescata dalla pandemia. Mattioli sostiene di aver apprezzato gli sforzi fatti dal Governo durante la fase emergenziale, soffermandosi in particolare sui provvedimenti specifici a favore dei trasporti di cabotaggio inseriti nel Decreto Agosto: «Possiamo sperare che una volta risolta la situazione pandemica, parte di questi aiuti diventino strutturali».

Ovviamente occorre anche altro. Mattioli chiede interventi a favore della riduzione del cuneo fiscale, del pieno sviluppo della digitalizzazione così come delle Zone Economiche Speciali («su cui non è stato fatto niente da quando è entrata in vigore la legge di settore»).

Mentre sul tema degli avvicendamenti degli equipaggi a bordo delle navi permangono ancora oggi forti criticità («Dal Governo attendiamo una risposta forte»), Mattioli plaude invece alla ripartenza delle crociere in Italia, che considera «un fatto importante per le compagnie di crociera, che sono state brutalizzate dal Covid-19. Il nostro Governo ha contribuito a ripartire con un protocollo sicuro validato dal comitato tecnico scientifico».

Durante l’intervista viene infine toccato un tema delicato, quello dell’autoproduzione e dell’emendamento del deputato Davide Gariglio (PD) per limitare la possibilità degli armatori di far effettuare le operazioni portuali al bordo. «Quello che è stato inserito nella legge di conversione del DL Rilancio, dopo il passaggio in Commissione Bilancio, è un provvedimento sciatto che ci riporta indietro di 30 anni. Non è giustificato in alcun modo dalla situazione emergenziale che stiamo vivendo e contro di esso ci opporremmo in tutte le sedi disponibili».

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