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Interviste

Colloquio con Pietro Angelini

Nautica, settore vitale per Livorno ma le sfide non mancano

di Redazione Port News

Tra Livorno e Grosseto sono 1950 le imprese che operano nel comparto della nautica (nella cantieristica e nei servizi di fornitura ai cantieri). Queste aziende (1300 nella città dei Quattro Mori e 650 nel grossetano) occupano circa 8mila persone, con un fatturato aggregato di 1,5 miliardi di euro. In Toscana le imprese del settore sono invece 5400, e occupano 25000 persone, producendo sei miliardi di ricavi.

Sono alcuni dei dati salienti forniti dallo studio prodotto da Navigo per l’Osservatorio Regionale della Nautica, istituito nel 2022 con il compito di monitorare in modo continuativo il processo della domanda e dell’offerta di competenze nel settore.

«L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale ci ha affidato un compito tecnico preciso» afferma il direttore generale di Navigo, Pietro Angelini: «quello di raccogliere dati certi, riferibili in modo concreto al settore».

Una impresa ostica per chi si occupa di analisi statistiche: «Oggi non c’è una chiara riconoscibilità delle imprese che lavorano nel campo della cantieristica – ammette il dg di Navigo-; a livello ISTAT non ci sono codici dedicati espressamente alla nautica ma le analisi sono spesso generali, realizzate sulla base dei codici prioritari, come quelli cantiere, o sulla base di codici talmente ampi da non permetterci di capire se al suo interno siano ricompresi proprio quelli nautici».

La sfida affrontata dall’Osservatorio è stata invece quella di incrociare tutti i database per arrivare a confezionare un’analisi certa che ricomprendesse anche le imprese che operano nel settore della fornitura dei servizi ai cantieri, imprese che a volte non sono nemmeno rilevate nella classificazione Istat. L’analisi ha di fatto evidenziato come siano presenti nel settore più di settanta professioni diverse.

L’obiettivo è quello di capire quali sono i mestieri del futuro e quali le esigenze formative, immediate e di medio lungo periodo. «Se capiamo dove sta andando realmente il settore, a livello nazionale e locale, saremo anche in grado di definire meglio le strategie e le azioni specifiche da intraprendere per rendere ancora più competitivo questo comparto, che rappresenta una delle eccellenze del nostro territorio» dichiara con convinzione Angelini.

Ma dove sta andando il settore della nautica a Livorno e Grosseto? L’analisi, la prima di una serie di studi che l’Osservatorio andrà a realizzare con cadenza annuale, presenta un dato interessate: delle 1950 imprese presenti a livello locale, 450 sono specializzate nella logistica. Per il dg di Navigo è il segno di una forte vitalità del settore. «Sempre più imprese di movimentazione e logistica stanno introducendo nel loro core business una curvatura sul settore nautica» afferma.  «Queste società non fanno soltanto logistica per la parte industriale, commerciale o crocieristica ma stanno cominciando ad interagire con i cantieri e soggetti di servizio».

Altro elemento rilevante è fornito dal numero delle piccole imprese che si stanno affacciando per la prima volta nel comparto della nautica e che vedono in questo settore una possibilità di start-up. Delle già citate 1950 imprese, 1065 sono società di capitali, 451 sono società di persone e 433 sono società individuali.

Le imprese del settore che hanno da 0 a 1 un dipendente sono 154, quelle con 1-2 dipendenti sono 555, mentre quelle con 2-5 dipendenti sono 420. Mettendo insieme i numeri: le realtà medio piccole sono più di 1000, rappresentano quindi la maggioranza.

Che cosa se ne ricava? «Aumenta l’appeal della nautica per le imprese medio-grandi e cresce anche il numero delle imprese piccole: quelle individuali e quelle che hanno sino a tre dipendenti» sottolinea Angelini, che aggiunge: «Stanno nascendo nuove imprese a supporto di quelle di fornitura. E’ questo è un segnale chiaramente positivo per tutto il comparto».

Dall’analisi emerge però anche un elemento critico: le grandi imprese di fornitura, che rappresentano la base importante del settore (allestitori, impiantisti, idraulici), sono per lo più localizzate al di fuori del territorio livornese, nel distretto nautico che vede a Viareggio il suo cuore pulsante. C’è insomma una debolezza di fondo del territorio livornese rappresentata dal mancato sviluppo della cantieristica di refitting.

Un grande yacht vale in media quaranta milioni di euro ma la gestione del suo ciclo vita (dalla nascita alla morte) restituisce un valore sette volte superiore. Ed è in questo ambito che ci sono enormi possibilità di crescita. A Livorno soltanto il 14% delle navi prodotte rimane sul territorio per la gestione  del ciclo vita, le altre vanno in Spagna, in Costa Azzurra o altrove.

In base alla classificazione ATECO delle attività economiche adottata dall’Istat per finalità statistiche, si evidenzia come il 18,4% delle 1950 imprese stanziate tra Livorno e Grosseto svolga attività di magazzinaggio e supporto ai trasporti, un altro 13,5% si occupa delle attività di riparazione e manutenzione, il 10,2% del commercio al dettaglio e il 9,2% di attività di leasing. Insomma, il numero delle imprese di logistica, commercio servizio è nettamente superiore rispetto alla media toscana, ma le imprese di fornitura di primo livello sono poche.

«E’ evidente come le attività di allestimento, impiantistica e di altro genere non siano basate a Livorno. La classificazione delle attività in base alla suddivisione ATECO lo evidenzia in modo chiaro: ai codici di fornitura più grandi è riservata soltanto una piccola fetta della torta. C’è quindi la necessità di sviluppare nuove politiche di integrazione a livello territoriale, che favoriscano non tanto il trasferimento di queste imprese a Livorno, cosa estremamente difficile da realizzarsi, ma la definizione di nuove sinergie a livello macro-distrettuale» è il ragionamento espresso dal manager.

«D’altronde, Livorno è un pezzo del distretto che va da Grosseto sino a La Spezia, passando per Viareggio e Pisa. Occorre quindi strutturare elementi di collaborazione territoriali, trovare nuovi spazi per l’implementazione dei servizi di fornitura anche nel nostro territorio».

I dati collazionati da Navigo rappresentano sicuramente un importante punto di partenza per andare definire le strategie di sviluppo del settore e, a mano a mano che verranno fornite nuove informazioni, diventerà possibile produrre lo storico: «Avremo a breve la forza di consegnare in mano ai decisori politici dati di basilare importanza, mettendone in evidenza l’andamento nel corso del tempo. Insomma, non stiamo facendo la fotografia della situazione contestuale ma stiamo costruendo la macchina fotografica vera e propria” conclude Angelini. «L’Osservatorio sarà presto uno strumento importante per dimensionare la competitività di un settore che a Livorno, e non solo, si sta affermando come elemento catalizzatore per le aziende e le persone».

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