Interviste

Colloquio con Mario Mega

«Porti solisti senza direttore d’orchestra»

di Marco Casale

«Abbiamo tanti bravi solisti ma non un’orchestra e men che meno un direttore». Mario Mega lo aveva dichiarato pochi giorni fa in un intervento pubblicato su Facebook, riferendosi in particolare al fallimento dell’operazione Uirnet, la società incaricata dal MIT di realizzare la Piattaforma Logistica Nazionale (PLN) senza essere però riuscita, in dieci anni, a produrre «qualcosa di tangibile per i porti e per il sistema logistico».

Ora, su Port News, il presidente dell’AdSP dello Stretto mette il carico da 90: «In questi anni il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non ha trovato la forza, il coraggio, o la capacità di affrontare in modo approfondito il tema della digitalizzazione» afferma.

Per Mega la scelta di affidare nuovamente a Uirnet il compito di creare la PLN (così come definito dal Piano Nazionale di Recupero e Resilienza) evidenzia la mancanza di una visione strategica. «Uirnet è diventata una sorta di Stazione Appaltante, non ha adeguate conoscenze e competenze professionali in materia portuale. Il soggetto, da società pubblica qual era, si è trasformata in poco tempo in una società a prevalente controllo privato. Il risultato è stato che i porti sono diventati principalmente un luogo dove raccogliere finanziamenti per generare flussi di reddito».

L’idea del Port Community System nazionale non è però mai stata sviluppata e con essa, fortunatamente, quella della espropriazione dei PCS locali realizzati in questi anni dalle Port Authority: «Molte Autorità di Sistema hanno prodotto autonomamente, anche con ottimi risultati, i propri PCS mentre i porti che si sono affidati alla società del MIT hanno fatto passi indietro non producendo niente di innovativo. Questo è un dato di fatto».

Per Mega è in fondo tutto il Sistema Portuale ad aver fatto passi indietro, a causa del tradimento dei principi ispiratori della riforma Delrio: «Dobbiamo dircelo francamente:  la Conferenza delle Autorità di Sistema Portuali non è mai decollata. Una delle impostazioni più importanti del dlgs 169 del 2016, quella dell’attribuzione al MIT delle leve di coordinamento strategico delle strategie di sviluppo dei porti del Sistema, non è stata pienamente attuata». Secondo il n.1 dei porti di Messina e Milazzo, la Conferenza è rimasta un fantasma senza voce e «molti presidenti si sono trovati a fare i suonatori senza direttore e sinfonia».

Anche Assoporti sconta «l’assenza di una strategia di lungo respiro e di uno sforzo vero per costruire un comune senso di appartenenza in un settore segnato da diversità profonde non sempre componibili». Mega lo afferma sottolineando di non aver trovato, dentro l’Associazione, una grande disponibilità ad affrontare seriamente la questione Uirnet: «Sarà che mi sono trovato a vivere l’esperienza associativa in prossimità della scadenza dei mandati di molti presidenti ma ho notato da parte di Assoporti una scarsa volontà ad entrare nel merito delle questioni».

Il tema della digitalizzazione rimane ancora divisivo, come molti altri del resto. «La tardiva posizione unitaria assunta dall’Associazione sul tema della tassazione delle Autorità Portuale» è stata per Mega un campanello di allarme: «L’annunciata decisione del MIT di ricorrere contro la Commissione UE dinnanzi alla Corte di Giustiriza UE non ha trovato in Assoporti un interlocutore propositivo pronto ad esprimere in modo tempestivo una posizione unitaria. L’Associazione è intervenuta soltanto dopo che molti presidenti avevano espresso pubblicamente la propria visione. Hanno prevalso i solisti a scapito dell’orchestra».

Il presidente dell’AdSP dello Stretto, che in questi mesi ha ritenuto utile dedicarsi esclusivamente alla propria AdSP e all’impegno della creazione di un sistema informativo degno di tale nome, ritiene che il Paese possa ancora salire sul treno europeo della digitalizzazione: «La costruzione della piattaforma logistica nazionale deve essere curata da un soggetto totalmente pubblico che non abbia come obiettivo quello di generare nuovi flussi di reddito bensì di consentire agli attori in campo di scambiarsi informazioni e dati in modo sicuro e trasparente»

Il tutto ovviamente sotto la regia del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti possibilmente affiancato dal Ministero dell’Innovazione Tecnologica «Perché il MIT, per mancanza di personale, non ha la possibilità di occuparsi di tutta una molteplicità di temi che le AdSP affrontano ogni giorno».

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