Interventi

All'Assemblea dell'Associazione l'intervento del presidente Cognolato

Riforma porti, Assiterminal suona la sveglia

di Redazione

“Una latenza nel processo di uniformare i comportamenti e le regole del gioco non favorisce l’economia del settore e lo sviluppo delle nostre aziende. Restano infatti ancora aperte tutte le criticità evidenziate in questi anni, nondimeno quella inerente la sovrapposizione di funzioni e competenze tra soggetti dello Stato” ad affermarlo è il presidente di Assiterminal, Tomaso Cognolato, durante l’Assemblea Generale dell’Associazione, che si sta svolgendo in queste ore a Roma.

Riferendosi alla recente delibera di ART,  “che dopo un periodo di stasi, è tornata a gamba tesa sul nostro settore più con un approccio legislativo che regolatorio”, Cognolato ha evidenziato come tale approccio non tuteli gli investimenti, anzi li disincentivi, “svilendo il senso stesso di fare impresa” e sterilizzando le dinamiche dei mercati portuali.

“Il settore tutto –  ha aggiunto – chiede da anni uno sforzo di semplificazione e di uniformità di disposizioni – anche regolatorie – per la portualità italiana: non ci interessa con quale forma, che sia il compimento della riforma del 2016 o una SPA pubblica poco ci appassiona”. Quello che importa è che “il Governo, nella armonica consapevolezza dell’importanza di questo settore, porti a compimento questo percorso”.

Nel corso del suo intervento Cognolato è tornato anche a parlare della controversia di lungo corso sull’adeguamento dei canoni demaniali, risoltasi, come noti, con l’annullamento da parte del TAR Lazio (nella sentenza n.13 del 2025) del Decreto Ministeriale che prevedeva un aumento del 25% dei canoni per le concessioni demaniali, aumento che era stato calcolato dal MIT sulla media tra l’8,6% (indice dei prezzi al consumo) e il 41,7% (indice dei prezzi alla produzione).

“Abbiamo vinto la battaglia sulla indicizzazione dei canoni concessori – ha affermato – ma ora ci troviamo a dover pressare il Parlamento con una proposta di emendamento al Decreto infrastrutture per cercare di ottenere una lettura chiara e funzionale all’esigibilità del recupero degli “extra canoni” pagati negli anni precedenti, ovviamente tenendo conto degli equilibri finanziari delle AdSP. Sarebbe comunque necessario che l’indicizzazione dei canoni si ancorasse all’indice ISTAT FOI, un indice meno volatile di quello che si vuole reintrodurre”.

Altro tema toccato dal presidente dell’Associazione, quello del lavoro. “A novembre dello scorso anno abbiamo siglato il rinnovo del nostro CCNL dei lavoratori dei porti: non è stato un percorso facile, lo sappiamo tutti, caratterizzato da una dialettica a volte molto accesa su più fronti. Il risultato finale è stato da tutti apprezzato, non solo per l’equilibrio economico che traguarda la vigenza ma anche per alcuni aspetti normativi innovativi”.

Primo fra tutti l’estensione degli strumenti dell’apprendistato: “abbiamo finalmente dotato le nostre aziende di uno strumento adeguato per rivitalizzare il mercato del lavoro portuale nei confronti dei giovani, valorizzando e promuovendo accordi con gli ITS e tutto il sistema di istruzione che voglia avviare sinergie con il settore della logistica partendo dai porti. È questo il messaggio che volevamo passasse chiaro: il lavoro nei porti di oggi e di domani può essere attrattivo per i giovani e consentire loro di scoprire un settore variegato in cui crescere e sviluppare le proprie professionalità”.

Per il vertice di Assiterminaò resta invece inspiegabilmente ancora inattuata la costituzione del Fondo per il prepensionamento dei lavoratori portuali per mancanza del decreto interministeriale di attuazione. “Insieme alle altre associazioni del cluster portuale abbiamo presentato l’ennesima proposta di emendamento nel corso dell’iter di conversione del Decreto infrastrutture. Se non avremo un esito positivo anche questa volta sarà necessario procedere a una rivalutazione complessiva del tema insieme agli altri colleghi datoriali e alle organizzazioni sindacali” ha detto.

Sulla questione della tansizione energetica, Cognolato ha poi ribadito come debbano essere messi a terra tutti gli strumenti attraverso i quali sviluppare la competitività nei nostri porti, a cominciare dal Cold Ironing, per finire con le linee guida per il GNL.

Questi percorsi – però – non possono prescindere dall’interlocuzione tra pubblico e privato: “solo attraverso il confronto tra regole e economia reale si possono individuare soluzioni veramente realizzabili” dice, mentre ammette che resta invariata l’attenzione sul tema ETS e sui suoi derivati: “è necessario che parte dei fondi derivanti dal regime di tassazione che ne deriva siano fruibili per investimenti in infrastrutture e nuovi equipments per le nostre imprese”.

Da questo punto di vista sarebbe utile per Cognolato utilizzare le risorse per favorire l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per le aziende insieme a chi produce energia. “Lo ribadiamo, non chiediamo di fruire degli incentivi previsti per le Comunità Energetiche, ma che ci sia data la possibilità di consorziarci, sotto la guida delle AdSP, come per esempio sta facendo il porto di La Spezia”.

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