Wallenius Wilhelmsen, nota compagnia di navigazione specializzata nel trasporto di auto nuove, ha chiuso il terzo trimestre con ricavi pari a 1,33 miliardi di dollari e un calo del 2% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Di questi 1,01 miliardi sono stati generati dalle attività di trasporto marittimo e 272 milioni dalle attività logistiche.
L’EBITDA è ammontato a 488 milioni di dollari, in aumento del 3% su base annuale.
“Il livello di attività e la performance finanziaria sono rimasti solidi nel terzo trimestre e abbiamo continuato ad acquisire nuovi affari in tutti i settori, posizionandoci bene per gli utili futuri” ha dichiarato l’amministratore delegato di WALLENIUS Wilhelmsen, Lasse Kristoffersen, che purtuttavia ha espresso alcune preoccupazioni per il futuro, soprattutto con riferimento all’effettiva sospensione, annunciata il 1° novembre scorso ma mai ufficializzata, delle tasse statunitensi alle Ro/RO e car carrier di proprietà o di costruzione cinese.
Dal 14 ottobre, una tassa portuale di 46 dollari per tonnellata netta è stata applicata a tutte le navi ro-ro di costruzione estera che fanno scalo nei porti statunitensi. Tuttavia, il 1° novembre, la Casa Bianca ha annunciato una sospensione di un anno della Sezione 301 con effetto dal 10 novembre.
“Non abbiamo ricevuto alcuna conferma che le tasse USTR per i trasportatori di veicoli siano state sospese” mette le mani avanti Kristoffersen. “Abbiamo effettuato diverse telefonate per cercare di scoprirlo, ma per ora presumiamo che le tasse portuali siano destinate a rimanere”, ha aggiunto.
Il vertice della compagnia di navigazione danese prevede che la permanenza di queste tasse navali esporranno il liner ad un esborso di 100 mln di dollari soltanto per il quarto trimestre e ad una cifra monstre di 300/400 mln per il 2026.
Per mitigare l’impatto finanziario, Wallenius Wilhelmsen prevede di ottimizzare l’impiego della flotta. Poiché la tariffa portuale USTR si applica a un massimo di cinque volte per nave per anno solare, la società assegnerà alcune navi esclusivamente alle rotte statunitensi per massimizzare gli scali portuali e ridurre al contempo il numero di navi che entrano nei porti statunitensi.