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Focus

Cambio di passo nello shipping

Un vaccino contro la crisi degli equipaggi

di Redazione Port News

Sebbene la diffusione e l’alta contagiosità della variante Omicron rischi di riacutizzare le difficoltà, sembra si stia gradualmente attenuando l’annoso problema del cambio degli equipaggi.

E’ il Neptune Declaration Crew Change Indicator a fornire un quadro aggiornato sulla evoluzione della crew change crisis, che durante la fase di picco pandemico ha colpito oltre 400.000 marittimi, costringendoli a lavorare a bordo delle navi per periodi molto superiori a quelli previsti dal proprio contratto.

L’indicatore, introdotto dal Global Maritime Forumpubblicato mensilmente e basato sui dati forniti da dieci società di Ship Management che aderiscono al Neptune Declaration (AngloEastern, Bernhard Schulte, Columbia Shipmanagement, Fleet Management, OSM, Synergy Marine, Thome, V.Group, Wallem e Wilhelmsen Ship Management), fotografa una situazione in miglioramento costante a partire dal mese di Agosto.

Al 15 Dicembre, il numero dei marittimi a bordo oltre la scadenza del loro contratto risulta infatti essere sceso di un punto percentuale rispetto al mese precedente, dal 4,7 al 3,7%. Si tratta del dato più basso da quando è stato istituito l’indice, da Maggio scorso.

Non solo, il report basato su un campione di 90.000 marittimi evidenzia come  il numero dei seafarer a bordo da oltre 11 mesi sia sceso dallo 0,7 allo 0,4%.

Altro elemento da considerare è l’aumento sostanziale del numero dei marittimi vaccinati. Al 15 Dicembre, il 59,8% dei 90 mila soggetti campionati risulta essersi inoculato una o due dosi di vaccino. L’incremento rispetto al mese precedente è stato del 10,3%. Da Agosto la popolazione dei marittimi coperta dal vaccino anti-Covid è insomma andata progressivamente aumentando.

Per avere un confronto, basti pensare che la quota della popolazione completamente vaccinata contro il Covid-19 in Unione Europea è del 56,6%, mentre ad Hong Kong, Giappone, Singapore, Regno Unito e USA, i tassi di vaccinazione sono rispettivamente del 63%, 79%, 83%, 71% e 62%.

Ciò dimostra i progressi registrati nelle vaccinazioni dei marittimi: i tassi del settore sono infatti sempre più vicini, e in un caso superiori, a quelli delle popolazioni dei Paesi di riferimento.

 

I dati sono dunque positivi anche se rimangono delle criticità da risolvere. In primis, preoccupa la recrudescenza del virus: la diffusione della variante Omicron potrebbe impattare negativamente sul cambio degli equipaggi. Diversi Paesi in Asia e in Europa stanno infatti reimponendo nuove restrizioni sulla rotazione degli equipaggi, con la cancellazione dei voli e l’imposizione di periodi prolungati di quarantena.

«I dati dell’Neptune Indicator sono incoraggianti ma non tengono conto dell’impatto che la variante Omicron potrebbe avere sul cambio degli equipaggi» ha detto Kasper Søgaard, Managing Director del Global Maritime Forum.

«Per evitare che la crew-change crisis torni a riacutizzarsi, occorre che l’industria dello shipping e i Governi locali facciano tutto il possibile per circoscrivere gli effetti della nuova variante» ha concluso.

Inoltre, secondo le 850 compagnie e organizzazioni che hanno firmato la Neptune Declaration on Seafarer Wellbeing and Crew Change, alcuni marittimi sono tutt’oggi restii a farsi vaccinare. I vaccini disponibili sono comunque scarsi o non riconosciuti in alcune aree geografiche. Anche l’accessibilità al vaccino booster rimane proibitiva e rappresenta una sfida da vincere.

Un altro elemento di difficoltà è rappresentato dal fatto che in alcuni Paesi la validità del vaccino è stata ridotta a sei mesi, cosa, questa, che ha causato non pochi problemi nei cambi di equipaggio.

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